Adesso Bersani fa la morale "Uno spettacolo indecoroso"
Probabilmente non ci crede nemmeno lui. Fino a ieri, quando si parlava di spaccature, litigi, imboscate all'interno di un partito, il pensiero volava veloce a largo del Nazareno. Al Partito Democratico. Grazie a Gianfranco Fini non è più così. E Pier Luigi Bersani, che solo una settimana fa sembrava ad un passo dall'essere impallinato dai suoi, può addirittura permettersi il lusso di dare lezioni di stile. «Dalla direzione del Pdl - spiega a margine di una conferenza stampa convocata per presentare le proposte del Pd sull'acqua pubblica - arriva uno spettacolo indecoroso, ma Fini ha sollevato contraddizioni profonde del Pdl su temi e problemi reali». Insomma finalmente il leader democratico può gestire il partito nel modo che preferisce: rimanendo sostanzialmente fermo in attesa che la maggioranza imploda. D'ora in avanti non sarà più costretto a dire cosa pensa delle riforme, a prendere una posizione rischiando il fuoco amico degli esponenti della minoranza che fa capo a Dario Franceschini o degli ex Popolari di Giuseppe Fioroni. Fino a quando Fini vestirà i panni del rompiscatole, il Pd rimarrà unito, a guardare. Tant'è che Bersani continua la sua lezioncina: «Hanno un modo di discutere che non va a fondo dei problemi, siano le riforme istituzionali o quelle economiche e sociali. Se non vanno al merito delle questioni e non hanno il coraggio di registrare le differenze profonde tra loro, il mio pronostico è che non si farà alcuna riforma perché continuare a tacitare e a tacitarsi è arrivare a stare fermi. Non so come aggiusteranno le divisioni ma così, andando avanti a colpi di fiducie e decreti per zittire anche la maggioranza, noi staremo nella palude delle non riforme». Anche per questo Il segretario commenta con scetticismo le parole del premier che ha detto di voler approvare le riforme con il concorso delle opposizioni. «È secondo come si alza al mattino - scherza -. Io registro che dei 7 anni su 9 che hanno governato noi non abbiamo visto alcuna significativa riforma né economica né istituzionale». Più tranchant, come sempre, Antonio Di Pietro: «Dire o ti adegui o si va alle elezioni, si chiama ricatto politico. Fini vuole ridare dignità al Parlamento e ci auguriamo che la goccia che fa cadere sul sultanato di Berlusconi possa raggiungere l'obiettivo».