La Regione autorizza i lavori a Ventotene
Dopo la tragedia che è costata la vita a Sara e Francesca, a Ventotene si corre ai ripari. Già da ieri mattina, a seguito dell'ordinanza di «somma urgenza» firmata dal sindaco Giuseppe Assenso, operai scalatori della ditta «Dolomite Rocce» di Belluno hanno cominciato a demolire alcune parti pericolanti del costone tufaceo che dà sul porto Romano. Da tempo, il ministero dell'Ambiente aveva stanziato un milione e 790 mila euro destinati alla messa in sicurezza di una parte soltanto del porticciolo, ma il finanziamento, a detta dello stesso sindaco, era rimasto invischiato nei meandri della burocrazia, «poiché, da oltre un anno ero in attesa dei prescritti pareri». Ora, ha aggiunto Assenso, «ho avuto il via libera sia del procuratore della repubblica di Latina, Nunzia D'Elia, sia della presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, che mi hanno invitato a firmare le ordinanze di somma urgenza, per avviare immediatamente i lavori necessari su tutta l'isola». In verità, il primo cittadino di Ventotene, già da un paio d'anni, aveva sollecitato a Regione e Ministeri un adeguato finanziamento, quantificato in almeno 5 milioni di euro, per mettere in sicurezza le aree a rischio dell'isola, ma non si è mai visto nulla di concreto. «Ora, dopo la dichiarazione dello stato di calamità e le assicurazioni della Polverini la situazione sembra mutata, sottolinea il sindaco Assenso, anche se, come al solito, è stato necessario che ci scappasse il morto». Ora sono partiti i lavori sull'intera area del porto romano e, a seguire, quelli sulla spiaggia di Calanave e nelle altre zone a rischio frana. Il carteggio acquisito in Comune dai carabinieri, impegnati nelle indagini, oggi sarà esaminato in Procura a Latina.