Augello paga il conto di Fini

Giornata decisiva per la composizione della giunta del Lazio. Dopo l'incontro di ieri con Silvio Berlusconi, la neo governatrice dovrà ora contattare i partiti e stilare la lista finale dei 16 assessori. Le ultime indiscrezioni indicano un ridimensionamento della corrente di Andrea Augello, coordinatore della campagna elettorale della Polverini e vicino alle posizioni di Gianfranco Fini. Nonostante le dichiarazione di tutti i vertici del partito, compresa la Polverini, rassicurino che la vicenda che ha visto contrapporsi il premier con il presidente della Camera non porti alcuna conseguenza sugli equilibri locali del Pdl, e dunque sulla composizione della giunta, Berlusconi avrebbe messo un «tetto» a i finiani del Lazio e la «quadra» si sarebbe chiusa con quattro assessori agli ex di An su Roma, di questi due andrebbero in quota Rampelli (Lollobrigida e, se richiesta la quota rosa, Chiara Colosimo), uno in quota Alemanno (Di Paolo) e uno in quota Augello (Luca Malcotti). Fuori dunque, al momento, Bruno Prestagiovanni. Più complesso il discorso per gli ex di Fi che potrebbero ottenere un assessorato in più di quelli «riservati» agli esclusi se all'alleato Udc non venissero riconosciute le tre deleghe richieste, oltre alla vice presidenza della Regione. In casa azzurra comunque si danno per sicuri Fabio Armeni, Massimiliano Maselli, Fabiana Santini, mentre per Pino Cangemi e Massimo Cacciotti dipenderà dal numero degli assessorati in quota «azzurra». Per quanto riguarda i quattro assessorati per le province, sempre più certo un posto per Franco Fiorito (Frosinone), Francesco Battistoni (Viterbo), Aldo Forte o Gina Cetrone (Latina), Antonio Cicchetti (Rieti). Per la Polverini entrerebbero in giunta Mariella Zezza e Olimpia Tarzia. L'annuncio poi della Polverini di voler creare una nuova delega alla Sicurezza garantirebbe un ruolo in giunta a Teodoro Buontempo. «Nella mia giunta ci sarà forse per la prima volta un assessorato che avrà tra le deleghe anche quella alla sicurezza - ha annunciato la presidente della Regione - ho già incontrato il ministro Maroni e lo incontrerò di nuovo perché dobbiamo dare delle risposte alla microcriminalità ma anche alle infiltrazioni mafiose sul litorale». Sembra invece tramontata la «soluzione» Belviso, l'assessore capitolino alle Politiche sociali (vicina ad Augello) resterebbe dunque in Campidoglio, almeno per il momento. Gli occhi comunque sono puntati sull'Udc che ieri ha lanciato un chiarissimo ultimatum. «L'Udc chiede a Renata Polverini il pieno rispetto degli impegni da lei stessa assunti prima, durante e subito dopo la tornata elettorale - sostiene il segretario nazionale del partito, Lorenzo Cesa - In assenza di risposte in questo senso, l'Udc è pronta a sostenere dall'esterno, con la massima lealtà e serenità, la nuova giunta regionale». Un messaggio che non lascia dubbi: vice presidenza e tre assessorati, tra i quali l'Urbanistica. Una scelta che però metterebbe in crisi gli equilibri dentro e fuori il Pdl. A rispondere all'ultimatum dell'Udc è stato non a caso il coordinatore regionale del partito, Vincenzo Piso. «Ognuno può legittimamente chiedere ciò che ritiene più opportuno ma le richieste vanno poi incrociate con i risultati - incalza Piso - l'Udc, quindi, farebbe bene a meditare su questo piuttosto che paventare preventivamente appoggi esterni al Governo della Regione». Mancheranno ancora i nomi degli assessori, come dice la Polverini, ma la tensione non manca affatto. Del resto, in un quadro di instabilità nazionale, dare un peso così influente all'Udc all'interno della giunta del Lazio potrebbe significare, tra qualche mese, mettere in crisi il governo Polverini. Ma i segnali per un avvio «complesso» della legislatura laziale non si limitano all'Udc. A far riflette anche una nota stampa alquanto criptica della Rete Liberal di Sgarbi. «Siamo pronti a ritirare il ricorso al Tar che chiede la ripetizione delle elezioni se il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi esprimerà totale apprezzamento per la giunta Polverini». Poi si precisa siamo pronti anche a non chiedere nulla in cambio». Ancora, alla vigilia della formazione della squadra di governo, c'è già chi fantastica poi sui primi «gruppi autonomi» dell'ala finiana nel Consiglio regionale. I nodi da sciogliere non mancano proprio.