La corsa della Polverini Assessori entro 48 ore
Quarantotto ore e la Regione avrà la sua squadra di governo. È stata la stessa presidente del Lazio, Renata Polverini a rinadire che «entro la fine della settimana la giunta sarà pronta». L'altro ieri sera la Polverini ha incontrato Vincenzo Piso e Alfredo Pallone, rispettivamente coordinatore regionale e vice del Pdl, che hanno consegnato la «lista» dei papabili assessori per conto degli ex di An e degli ex di Fi. Una rosa di nomi tra i quali la Polverini sceglierà i suoi assessori. La novità rispetto al totogiunta degli ultimi giorni è l'inserimento anche dei cosiddetti «esclusi minori» del Pdl di Roma e Provincia, Tommaso Luzzi, Luigi Celori, Massimo Cacciotti, Enrico Folgori. Tra i «big» nero su bianco i nomi di Francesco Lollobrigida, Luca Malcotti, Bruno Prestagiovanni, Pierpaolo Terranova, Sveva Belviso, per gli ex di An, Fabiana Santini, Massimiliano Maselli, Pino Cangemi, Giuseppe De Lillo, Olimpia Tarzia, fabio Armeni per gli ex azzurri. Mentre tra gli eletti è in pole position, Franscesco Saponaro. Ci sono poi le province, dove restano in pole position Franco Fiorito (ex An-Frosinone), Antonio Cicchetti (ex An-Rieti), Aldo Forte (Udc-Latina), Francesco Battistoni (ex Fi-Viterbo). E le donne? Sale la Belviso, il sindaco Alemanno avrebbe infatti dato il via libera alla sua uscita dalal giunta capitolina, così come l'imprenditrice di Latina, Gina Cetrone, e la capolista della lista Polverini, Mariella Zezza, praticamente certa Olimpia Tarzia, così come salgono le quotazioni per Fabiana Santini e Alessandra Mandarelli (già assessore nella giunta Marrazzo). Non confermata la «quota rosa» in casa Udc con Maria Teresa Formisano. I numeri però sono destinati a non tornare fin quando non scioglie il nodo della vicepresidenza e delle deleghe da dare agli alleati. Se confermato l'annuncio del segretario regionale dell'Udc, Luciano Ciocchetti della vicepresidenza e tre deleghe al partito di Casini, tra le quali quasi sicuramente l'Urbanistica, per gli «esclusi» di Roma ci sarebbero «soltanto» sette posti, includendo anche l'assessorato a La Destra di Storace. Sedici posti in giunta, 15 senza la Polverini, quattro alle Province, tre all'Udc, uno alla Destra. Ne rimangono 7, di cui almeno uno in quota «Polverini». Sei quindi gli «esclusi» che potrebbero entrare in giunta. La selezione da parte della Polverini, fanno sapere i fedelissimi, sarà rigorosa. Ecco allora che a rappresentare la Capitale nella giunta della Regione potrebbero essere chiamati Pietro Di Paolo (Alemanno), Sveva Belviso (Augello), Francesco Lollobrigida (Rampelli); Massimiliano Maselli (Tajani), Pino Cangemi (Sammarco); Olimpia Tarzia (Barelli). Se venisse meno invece la «quota rosa», al posto della Belviso potrebbero entrare Luca Malcotti o Bruno Prestagiovanni. Questo, ovviamente, nell'ipotesi dei tre assessorati all'Udc, sui quali però si starebbe ancora trattando. Per gli altri «esclusi» di Roma e Provincia si profila dunque un posto o nella giunta capitolina, che soprattutto nel caso dell'uscita della Belviso verrà «ritoccata» nei primi giorni della settimana prossima. A quel punto potrebbero ben conquistare un posto nel governo della Capitale, Luca Malcotti o Bruno Prestagiovanni. Ma sulle squadre del governo regionale, e di conseguenza di quello romano, pesa la direzione di oggi. Anche se non direttamente la spaccatura di Fini all'interno del Pdl non potrà non avere conseguenze. Per questo è stata la stessa Polverini ad annunciare: «Nei prossimi giorni ci vedremo (con Berlusconi ndr). Domani (oggi ndr)ci sono questioni politiche più importanti. Le altre cose possono aspettare». A risentirne di più, nel caso della scissione o comunque della nascita di una corrente interna al Pdl guidata da Fini, sarà la «corrente» di Augello ma, soprattutto, un indebolimento generale degli ex di An. Gli ex azzurri infatti, che già rivendicano un peso maggiore nel governo regionale come segno di riconoscimento alla scesa in campo, decisiva, di Berlusconi per la Polverini, potrebbero avere una ragione in più per ottenere la «maggioranza» degli assessori. Ma anche questa è una querelle ancor aperta e che si definirà probabilmente domani.