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Andrea Gagliarducci James Moriarty, vescovo di Kildare e Leiglin (Irlanda) si è dimesso.

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Siè dimesso anche Walter Mixa, vescovo di Augusta (Baviera, Germania) accusato di percosse, bugie e malversazioni. In una lettera al Papa, ha chiesto perdono «a tutti coloro nei confronti dei quali è stato ingiusto e a coloro cui ha dato motivi di preoccupazione». E chiedono perdono anche i vescovi di Inghilterra e Galles, i quali - in un documento - affermano che «non esistono scusanti per quanto accaduto». La Chiesa ha cominciato la sua opera di purificazione. Lo fa sotto il segno di Benedetto XVI che, nella lettera agli irlandesi, e prima ancora nel colloquio con i vescovi di Irlanda (definito da loro stessi un «mini sinodo») aveva detto chiaramente che sarebbero stati gli stessi vescovi e le diocesi a decidere in che modo attuare la pulizia. James Moriarty è il terzo vescovo irlandese a presentare le dimissioni. Prima di lui, John Magee, che già aveva lasciato la gestione della diocesi di Coyne, pur mantenendone il titolo di vescovo. E prima ancora Donal Murray, della diocesi di Limerick. «Ero - dice Moriarty, in un testo diffuso dalla conferenza episcopale irlandese - alla direzione dell'Arcidiocesi quando sono state introdotte politiche e procedure corrette per la protezione dei bambini. Avrei dovuto contrastare la cultura prevalente. Chiedo scusa ancora una volta a tutte le vittime di abusi e alle loro famiglie». È il rapporto Murphy ad aver definito le responsabilità di Moriarty, così come quelle di Raymond Field e Eamonn Walsh, ausiliari di Dublino: hanno rassegnato le dimissioni, ma il Papa ancora non le ha accettate. Non si vuole dimettere invece Martin Drennan, vescovo di Galway e Kilmacduagh mentre monsignor Dermot O'Mahony è già in pensione per raggiunti limiti di età: anche di loro sono state chiarite le responsabilità. Presto arriveranno in Irlanda i visitatori apostolici, per definire altre responsabilità ed affiancare i vescovi nell'opera di pulizia. Che è partita anche in Germania: il vescovo Mixa, ultraconservatore, criticato in passato dalla stessa Conferenza episcopale tedesca per avere paragonato il numero di aborti effettuati negli ultimi decenni allo sterminio degli ebrei da parte del regime nazista, si è dimesso. Mixa invece, dopo aver ammesso maltrattamenti («ho dato qualche scappellotto qua e là») su minori ospiti, all'epoca dei fatti (anni '70-'80), dell'orfanotrofio di St. Josef di Schrobenhausen, ha scritto a Papa Benedetto XVI confermando le sue dimissioni. «In questo modo, Mixa, vuole evitare di provocare ulteriori danni alla Chiesa in modo da permettere un nuovo inizio», ha commentato la diocesi di Augusta. I vescovi tedeschi, pur con «rammarico», hanno accettato le dimissioni: si attende il sì del Papa, che, secondo l'uso, non sarà immediato, ma nemmeno si dovrebbe far attendere a lungo. E intanto i vescovi d'Inghilterra diramano un comunicato nel quale chiedono perdono alle vittime e affermano: «Le procedure che ora esistono nei nostri Paesi evidenziano ciò che si sarebbe dovuto fare subito. La piena cooperazione con gli organi competenti è essenziale».

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