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Pdl verso un documento unico "Dissenso ma niente correnti"

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Dissenso legittimo, ma di volta in volta sui singoli temi, non in base a "posizioni cristallizzate e precostituite". Sostanzialmente, no alle correnti interne. Dovrebbe essere questo il nuovo passaggio del documento della direzione che i coordinatori del Pdl hanno elaborato e che sarà letto alla platea dal vice presidente della Camera, Maurizio Lupi, e poi sottoposto al voto. Lo ha spiegato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. I finiani sarebbero pronti a condividerlo: "Non vogliamo fare una corrente". Dovrebbero essere poi confermati i passaggi già noti, ovvero il principio di lealtà al partito e il vincolo di maggioranza e l'indicazione delle priorità dell'azione di Governo con l'attuazione del programma elettorale. Punti anche questi su cui i finiani non avrebbero nulla da obiettare. NESSUN DOCUMENTO ALTERNATIVO - In ogni caso, anche se il documento dei coordinatori si rivelasse più duro, i finiani non hanno intenzione di presentare un proprio documento: "Se ci trovassimo scritto che Fini deve lasciare la Presidenza della Camera non lo voteremmo, ma comunque non presenteremmo un nostro testo. Non serve formalizzare niente, quello che volevamo emergesse è già emerso". UN GIORNO AMARO - "Questo è un giorno amaro, un giorno che non avremmo mai voluto vivere". Parla con rammarico il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, uno dei "pontieri" tra Berlusconi e Fini, quando interviene dal palco della direzione nazionale del Pdl dove poche ore fa si è consumato apertamente lo strappo tra il premier e il presidente della Camera. Alemanno rende i meriti al Cavaliere: "Berlusconi non è arrivato un giorno nel '93 e si è imposto, ha fatto Opa, ha comprato. Berlusconi ha fatto da ombrello là dove non c'era più nulla. C'era la macchina da guerra di Achille Occhetto".  

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