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La Russa: ma non si era contrari alle fazioni?

Il ministro della Difesa Ignazio La Russa

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È la carta dei 75 in contrapposizione a quella dei finiani. Sono gli ex An che non stanno con il presidente della Camera e che hanno firmato un documento nel quale spiegano che «il Pdl rappresenta una scelta giusta ed irreversibile. Vogliamo contribuire ulteriormente a rafforzare il Pdl restando all'interno del partito». Non bisogna però sottovalutare i problemi «politici e organizzativi che il partito deve affrontare». Tra i 75 ci sono tutti i nomi di primo piano della ex An, i cosiddetti colonnelli. Tra questi il sindaco di Roma Gianni Alemanno, Maurizio Gasparri, Ignazio La Russa, Alterno Matteoli, più il ministro Giorgia Meloni, a lungo a capo dell'organizzazione giovanile di An. «Devo dire che non è che la condizione di una minoranza organizzata, quindi che prescinde dai singoli temi, mi lasci tranquillo» ha poi commentato il coordinatore del Pdl Ignazio la Russa. Certo, ha ammesso, questa non è una scissione. «Ma entrambe le soluzioni – ha aggiunto – non mi sembrano adeguate al problema». «I partiti possono sempre organizzarsi in correnti – ha proseguito – ma mi sembra che il primo a non considerarle positive sia stato proprio Fini. Oggi ci sono stati due documenti. Meno di cinquanta hanno espresso amicizia e solidarietà a Fini, che esprimo anch'io e che esprimono tutti, ma 74 hanno detto che in ogni caso non avrebbero lasciato il Pdl e io sono tra questi, pur mantenendo un rapporto amichevole e leale con Fini». Poi il ministro della Difesa ha sollevato qualche critica al presidente della Camera. «Credo – ha detto – che se dall'inizio fosse stato chiaro il percorso escludendo ogni scissione si sarebbero evitate inutili fratture che stanno rompendo il percorso fino ad oggi comune di Alleanza Nazionale. Questo mi angustia molto». «Mi sono fatto l'idea - ha concluso - che questa vicenda, che porta alla frantumazione del Pdl, che torna utile alla sinistra ridotta ai minimi termini e che fa in qualche modo sorridere anche gli alleati della Lega poteva essere facilmente evitata». Anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno è intervenuto sul testo dei 75 esponenti ex An: «Il documento firmato non è contro Fini ma è a favore del Pdl che noi vogliamo vedere crescere come unitario, partecipato e rispettoso delle identità interne». Anche il ministro Altero Matteoli è intervenuto nella vicenda: «Non è un documento anti-Fini» ha spiegato, ma solo la puntualizzazione di chi dissente da un percorso che può portare alla nascita di un nuovo partito, di un nuovo gruppo, o comunque di una corrente. Quel documento vuole solo «dimostrare che la maggior parte di coloro che vengono da Alleanza Nazionale sono contrari a questo percorso».

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