IL NATALE DI ROMA È DIVENTATO TRAGEDIA
L'Italiaè un Paese meraviglioso, ma questa sua bellezza ci fa spesso dimenticare che siamo una terra con un alto rischio idrogeologico. Siamo tra i primi al mondo per numero di frane. Secondo un censimento del dipartimento della Protezione civile, dal 1918 al 1994 in Italia ci sono state 32 mila frane, hanno interessato 21 mila località, provocato quasi seimila morti e ogni anno producono due miliardi di euro di danni. Snocciolare queste cifre aride e spietate aiuta a capire di cosa stiamo parlando. E a mettere nella giusta cornice quel che è accaduto a Ventotene. Il destino cinico e baro qui ha un ruolo marginale. Non parliamo di un'isola deserta, ma di un luogo di vacanza, la meta di migliaia di scolaresche della Capitale. Mi riesce francamente difficile credere che quel costone di roccia di tufo fosse considerato sicuro. Guardate le foto che pubblichiamo sul nostro giornale, osservate quei massi, la dimensione e il numero. Quella spiaggia non era agibile nemmeno per i gabbiani. Alcuni anni fa, a pochi metri dal teatro della tragedia, erano stati fatti dei lavori di messa in sicurezza. Sicurezza? E i soldi per Ventotene e le altre isole minori perché sono fermi? Non mi ossessiona trovare il colpevole, ma qualche spiegazione, per professione, per passione e impegno civile, mi piacerebbe averla. Conosco spiagge simili, ho visto cadere a pezzi centinaia di metri di costa da un giorno all'altro. Bisogna temerlo e rispettarlo, il mare. In tutte le sue forme. Vento e mareggiate sono poesia che può diventare tragedia. Quel giro a Cala Rossano doveva essere un premio. É diventato un maledetto biglietto di sola andata per l'eternità. Si festeggia oggi il Natale di Roma, ma qui non abbiamo alcuna voglia di pensarci. Per noi è una giornata di lutto cittadino. Facciamo cronaca, siamo pazienti cercatori di verità e testimoni del nostro tempo. Casa di cura Villa Pia, sala parto, vagiti di vita. E un silenzioso addio. Scuola media Anna Magnani, spiaggia di Cala Rossano, Ventotene. Spensieratezza, giovinezza, avvenire. Un rumore sordo. Black out. Diteci perché. Mario Sechi