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Fini raccoglie le firme per lo scontro

Gianfranco Fini

Silvio lo ignora: "Decida da solo"

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Una cosa è certa. Gianfranco Fini ieri si è attaccato personalmente al telefono. E questa è già una novità perché finora aveva delegato ad altri. Ha chiamato soprattutto senatori e deputati ex An e ha chiesto loro di aderire al documento Augello, quello siglato dai 14 esponenti di Palazzo Madama sabato scorso. Documento nel quale non si parlava di scissione ma si chiedeva di aprire un dibattito all'interno del partito. Chi pensa che allora si tratti di una retromarcia di Fini si sbaglia. Certo, potrebbe accadere così. Ma la tattica del presidente della Camera almeno al momento sembra un'altra.   L'ex leader di An sa bene che su un documento più morbido può raccogliere più consensi di quelli che può ottenere su una linea di rottura. Dunque, al piano nobile di Montecitorio - dove le luci la sera restano accese ormai sempre più tardi - è chiaro che Fini ha pochi esponenti dalla sua parte e adesso è necessario allargare il fronte. Insomma, sta mettendo da parte le armi. Sta raccogliendo le truppe, sta cercando di richiamare all'ordine quelli che sono titubanti. È l'atteggiamento di chi si prepara alla battaglia. Forse non finale, ma decisiva sì. Oggi gli uomini di Fini si vedranno nella sala Tatarella nel palazzo dei gruppi parlamentari. Non ci andrà Ignazio La Russa. E nemmeno Gianni Alemanno e Altero Matteoli, salvo sorprese. Ma sicuramente invieranno i loro uomini a dire a Gianfranco di mettere da parte propositi scissionisti, a dargli in parte ragione sui motivi di insoddisfazione e quindi fare appello all'unità del Pdl. Ecco perché non bisognerà farsi ingannare dai numeri. Saranno copiosi ma non tutti rispondono al presidente della Camera. Anzi. Gasparri e La Russa c'hanno messo del loro. Ieri si sono riuniti i coordinamenti del Pdl della Lombardia e di tutto il Nord Ovest sostanzialmente per bocciare la linea della rottura. Domenica era stata la volta del coordinamento dell'Emilia guidato da Filippo Berselli, un altro esponente indicato come un finiano doc. In queste ore a prevalere è la tattica. Tutti si muovono, come è naturale che sia. Ma Fini sembra sempre più convinto di presentarsi alla riunione della direzione nazionale del Pdl di giovedì con un documento sottoscritto da una truppa di parlamentari tale da spaventare le linee berlusconiane. Sta preparando un intervento dai toni aspri. Potrebbe per esempio sostenere che il governo si è occupato più degli affari personali di uno che di quelli degli italiani. Che certamente si è badato soprattutto all'asse nel Nord e poco al resto del Paese. Che è vero che il Pdl ha vinto quattro nuove regioni ma che ha perso consensi. E che anche l'astensionismo ha raggiunto dati allarmanti soprattutto perché sempre più spesso tocca le fasce sociali più giovani. Fini dopo ascolterà con attenzione l'intervento di replica di Berlusconi e quindi valuterà se restare nel Pdl oppure no. O almeno così lascerà credere fino a giovedì.  

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