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Fini piace alla gente. Di sinistra

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Gli elettori di centrodestra intervistati tra le bancarelle

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Non comprendono la sua «presa di posizione» nei confronti del premier Berlusconi; contestano la decisione di parlare adesso dopo una vittoria schiacciante alle recenti elezioni regionali del partito di maggioranza, con il rischio «di creare fratture nel partito e di dover tornare a votare". Chi lo stima lo fa più spesso per le sue idee «diventate di sinistra», ma non lo voterebbe mai perché sostenitore del Partito democratico. E c'è anche chi lo confonde con un imprenditore di successo del settore alimentare: «Fini, quello dei tortellini?». Il presidente della Camera Gianfranco Fini, per la gente comune, incontrata nei mercati, dentro agli autobus, al supermercato, è un «politico rispettabile, che però sta sbagliando». «Lo apprezzo e va bene anche che possa avere delle idee diverse dal premier Berlusconi – commenta Angelo, sostenitore del Pdl, sul bus 46 – ma nella sua presa di posizione ci vedo piuttosto la smania di ottenere più potere di fronte all'evidente vittoria della Lega a queste elezioni». Trova consensi la frase di Angelo tra gli altri passeggeri. «È vero – ribatte Maria Antonietta, 66 anni, anche lei vicina al Pdl – non ho capito bene cos'è questa storia dei gruppi autonomi, ma credo voglia dire comunque separarsi dal partito di Berlusconi. E per fare cosa? Così si ripercorre la strada della sinistra, divisioni, liti, spaccature». Chi ha assistito allo scontro in televisione tra Bocchino e Lupi grida quasi allo scandalo. «Mai vista una cosa del genere tra esponenti del Pdl. Fa bene Berlusconi ad arrabbiarsi». Se si sposta il dibattito nei mercati le idee della gente sono ancora più chiare. «Io sono stata sempre di An – racconta Giulia, 40enne al mercato di piazza Irnerio – ma da un po' di tempo Fini non mi piace più. Parla come un uomo di sinistra, le sue idee sono di sinistra, dov'è finito il politico di un tempo?» Meno raffinato il commento di Ilario che vende frutta al banco: «Sto' Fini stà a preparà 'na mossa contro er Cavaliere, ma nun gliè riesce perché quello è più furbo de lui». E del tutto lontano dalla realtà quello della signora Cecilia intenta a tagliare le verdure al suo banco per vendere il minestrone. «Fini chi? Quello dei tortellini?». Appena il tempo di sorridere perché Mario, 75 anni, dice la sua e difende le posizioni del presidente della Camera, riservando, però, una sorpresa. «Finalmente qualcuno che ha un'idea diversa da Berlusconi e la dice chiaramente. Ho apprezzato le sue posizioni sulla fecondazione assistita, ad esempio, l'unico ad esprimerle senza paura di contrariare il leader del Pdl». Dunque lei lo ha votato e lo voterebbe ancora? «Sia mai, sono sempre stato di sinistra e pur apprezzando Fini non potrei mai dargli il mio voto». Mario non è il solo cittadino di sinistra che plaude alla «mossa» del presidente della Camera. Anche Carla, che dichiara di aver votato Pd alle Regionali parla di «comportamento coraggioso di Fini, politico da stimare perché ha sempre avuto le sue idee e le ha espresse senza paura», anche se poi ammette «non potrei mai votarlo». Anche sulla paventata ipotesi di costituire gruppi parlamentari autonomi la gente ha le idee abbastanza chiare. «Fini non può uscirsene adesso con un'idea del genere dopo quel risultato alle Regionali che ha dato vincente e forte il partito di Berlusconi – spiega Antonella, sostenitrice del Pdl – lo avesse fatto prima sarebbe stato molto più credibile. Ma così no, non è proprio chiaro dove voglia andare e cosa abbia in mente se non che è spaventato di essere fatto fuori dalla Lega». Chi vota Pdl più di tutto teme spaccature del partito di maggioranza. «Abbiamo tre anni davanti per fare le riforme e pensare ai veri problemi di questo Paese – dice Vittorio, che ha sempre votato An – ci manca solo di tornare alle elezioni. Ma non credo che succederà. Apprezzo Fini e l'ho sempre votato, ma la decisione di andarsene altrove non la condivido. Se dovesse farlo perderà il mio voto».

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