Come se mancassero i problemi.
Chenon è la caccia al presidente della Camera, ma la caccia o meglio il comma 2 b) dell'articolo 43 della legge comunitaria che verrà votato oggi alla Camera e che prevede l'estensione della stagione venatoria. Trenta deputati del Popolo della libertà, infatti, guidati da Fiorella Ceccacci e Basilio Catanoso, hanno presentato un emendamento che mira ad eliminare dal testo della Comunitaria la norma dell'articolo 43. E non sono i soli ad opporsi. Contro l'estensione anche 19 associazioni ambientaliste (Altura, Amici della terra, Animalisti Italiani, Associazione Vittime della Caccia, Cts, Enpa, Fare Verde, Greenpeace Italia, Lac, Lav, Legambiente, Lida, Lipu - BirdLife Italia, Memento Naturae, Mountain Wilderness Italia, No alla Caccia, Oipa, Vas, Wwf Italia) che, col sostegno di Loredana De Petris della segreteria nazionale di Sinistra Ecologia Libertà (Sel), promuovono un presidio davanti a Montecitorio e hanno scritto una lettera urgente al premier e a sei ministri, in vista della votazione della legge Comunitaria, dopo il via libera in Commissione agricoltura alla norma che concede alle Regioni la facoltà di estendere la stagione di caccia oltre il 31 gennaio. «Ora - ha detto Stella Bianchi della segreteria del Pd, responsabile ambiente - speriamo in un soprassalto di senso di responsabilità da parte della destra alla Camera». Nicodemo Oliverio, capogruppo Pd in Commissione Agricoltura alla Camera, afferma che «anche la maggioranza è fortemente divisa», il governo, dice chiedendo un tavolo di confronto e auspicando lo stralcio della norma, «faccia marcia indietro» Il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli chiama alla mobilitazione contro una norma «irresponsabile», mentre Antonio Borghesi, vice capogruppo IdV alla Camera, parla di «deregulation senza senso». In campo anche il mondo delle doppiette. Per il presidente nazionale di Federcaccia, Gianluca Dall'Olio, «la riforma non è più rimandabile» e il presidente del Comitato nazionale caccia e natura (Cncn) Alessandro Tamburini parla di «regolamentazione moderna». Ma c'è chi vuole l'anticipo dello stop alla caccia. «L'aumento della temperatura globale - dice il presidente onorario del Wwf Italia, Fulco Pratesi - dovrebbe consigliare di anticipare la chiusura della stagione venatoria, e non certo di estenderla». «Il Parlamento si appresta a votare una norma che - commenta il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - consentirebbe due mesi di fucilate in più e renderebbe più difficile fermare il bracconaggio, per non parlare dei rischi per gli amanti delle escursioni». «Basti pensare che nei cinque mesi di stagione venatoria 2009/10 la caccia ha procurato in Italia 71 feriti e 24 morti, praticamente 3 vittime ogni due giorni», ha detto la presidente dell'Associazione Vittime della Caccia Daniela Casprini. L'articolo 43 della Legge Comunitaria, ricorda il presidente della Lipu-BirdLife Italia Giuliano Tallone, «serve a dare risposte alla pesante procedura di infrazione» e comunque, «stralciato il comma 2 b) incongruo e dannoso, il resto della norma - aggiunge il coordinatore per i rapporti istituzionali della Lipu Danilo Selvaggi - va bene». «Il Parlamento e il ministro Prestigiacomo rischiano di portarci indietro di 30 anni», afferma il presidente di Amici della Terra, Rosa Filippini mentre un «freno alla deriva estremista» è chiesto dai deputati del Pd Ermete Realacci e Susanna Cenni. E il capogruppo del Pd nella commissione Ambiente Roberto Della Seta chiede proprio l'azzeramento della legge comunitaria.