«Litigare non serve Troviamo una sintesi»
LanfrancoPalazzolo Nessuno ha mai parlato di nuovi gruppi parlamentari. E il Pdl deve ripartire discutendo ed evitando le risse personali. È il pensiero del Presidente della Commissione Lavoro della Camera dei deputati Silvano Moffa dopo lo scontro televisivo tra Maurizio Lupi e Italo Bocchino. Cosa pensa della polemica interna nel Pdl dopo la rissa alla quale abbiamo assistito in televisione tra Maurizio Lupi e Italo Bocchino? «È un grave errore personalizzare e confondere un dibattito politico, che potrebbe essere di alto profilo, per trasformarlo in uno sterile scontro. Le risse sono inaccettabili. Gli elettori hanno un'immagine distorta di quello che dovrebbe essere un confronto civile, fatto su basi politiche e su questioni molto importanti che ha posto il Presidente della Camera Gianfranco Fini dopo le elezioni regionali». Cosa è necessario fare in un momento delicato come questo? «Dobbiamo rendere efficaci questi tre anni che ci separano dalla fine della legislatura. Per questo è necessario individuare delle priorità politiche su cui lavorare. Penso alla necessità di una politica sociale, economica per uscire dalla crisi. Mi riferisco anche al problema delle riforme costituzionali, della giustizia. Questo programma ci ha portato al governo del Paese». L'elettorato moderato comprenderebbe la nascita di un nuovo gruppo parlamentare finiano all'indomani della vittoria delle elezioni regionali? «Nessuno ha mai parlato della nascita di un nuovo gruppo parlamentare. L'ipotesi non è mai stata formulata. Sono solo state poste delle questioni politiche. Ritengo che la risposta sia stata molto positiva perché si riunirà la direzione del Pdl. Oggi ci troviamo di fronte ad una grande opportunità per rafforzare il Pdl e non per dividerlo, per rafforzare l'iniziativa del partito sul territorio. Il sistema di alleanza con la Lega ha in qualche modo scompaginato il Pdl nel Nord Italia. Dobbiamo comprendere se il rafforzamento della Lega porterà all'aumento del divario tra Nord e Sud. Il Pdl deve anche farsi carico del rilancio dell'economia nelle aree deboli del Paese. È un tema da affrontare e sul quale dobbiamo discutere. Il Pdl deve interrogarsi su questo. La Direzione del partito deve dare modo di far crescere il nostro soggetto. Ecco perché mi auguro che ci sia una convergenza all'interno del Pdl. Ecco perché dobbiamo apprezzare lo sforzo di Gianfranco Fini in un momento come questo. Adesso dobbiamo rimettere in marcia il Paese per renderlo più competitivo. Nessuno ha messo in discussione il governo e la legislatura». Adesso è necessario lavorare per l'unità del Pdl? «Non è necessario essere uniti ad ogni costo. La Dc, che è stato un grande partito, aveva tante componenti al suo interno. Ma è sempre riuscita a fare la sintesi di queste diversità. Ecco perché un partito con posizioni diverse non mi spaventa. Mi preoccuperei di più di un partito monolitico. Altrimenti non saremmo rappresentativi dei segmenti di società che ci hanno fatto vincere».