Vertice Pdl, Berlusconi: "Fini? E' lui che vuole rompere con noi"

Ancora una giornata ad alta tensione nel Pdl, dopo lo 'strappo' di Gianfranco Fini, che ieri nel faccia a faccia con Silvio Berlusconi ha minacciato di essere pronto a creare gruppi autonomi in Parlamento. In mattinata il premier aveva derubricato in "piccoli problemi interni ad una forza politica" quelli con il co-fondatore del partito. Ma nel pomeriggio, durante la riunione dell'ufficio di presidenza del Pdl convocata qualche ora prima per comunicazioni urgenti, ha tagliato corto: "Ho tentato di convincere Fini, ma lui vuole gruppi autonomi...", avrebbe detto il Cavaliere. Parole che qualcuno ha voluto interpretare quasi come una resa all''addio' di Fini. BOSSI - E se dal Pdl è arrivata una precisazione, "Silvio Berlusconi non ha tratto alcuna conclusione" su Fini, ad alzare il tiro ci aveva pensato prima il leader leghista Umberto Bossi. Sarebbe "preoccupante" l'ipotesi di una scissione nel Pdl, aveva avvertito il ministro segnalando le ricadute pericolose che una prospettiva di questo genere avrebbe sulle riforme, federalismo prima di tutto. Ma soprattutto esplicitando il timore che la frattura tra Berlusconi e Fini possa non ricomporsi, con il rischio concreto di andare al voto anticipato. SCHIFANI - Rischio già paventato dal presidente del Senato, Renato Schifani, che oggi è tornato sull'argomento: "Difendo la mia libertà di pensiero, senza per questo scalfire la libertà e le prerogative del capo dello Stato". Schifani ha messo in guardia anche dai rischi di una scissione dei 'finiani' dal Pdl: "Ne uscirebbe un governo denso di contraddizioni e di tensioni e tutto questo rallenterebbe l'azione dell'esecutivo, mentre l'Italia ha diritto ad avere un governo stabile e coeso". BERSANI - Le elezioni anticipate sarebbero "una pazzia", ha avvertito il leader del Pd Pier Luigi Bersani, convinto però che le divisioni nel Pdl manifestino un "fallimento della maggioranza" e avvertendo che "così non si può andare avanti". Che sia "prematuro" parlare di voto anticipato è convinto il segretario dell'Udc Cesa, secondo il quale quanto sta accadendo nel Pdl dimostra quello che i centristi ripetono da tempo: sul governo c'è "una pesante ipoteca della Lega". FINI - E, mentre discutono da quasi tre ore i vertici del Pdl, per l'intera giornata si susseguono le riunioni tra i 'finiani', alle prese anche con la conta dei 'fedelissimi' che, sempre come extrema ratio ci tengono a precisare, sarebbero pronti a seguire il presidente della Camera. Domani dovrebbe esserci un pranzo tra una quindicina di senatori vicini a Fini, il quale per martedì prossimo ha convocato gli ex parlamentari di An per fare il punto in vista della direzione del Pdl di giovedì 22, "una prima risposta positiva ai problemi politici che ho posto ieri al Presidente Berlusconi", l'ha definita il co-fondatore del partito, annunciando che lui ci sarà.