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Lusetti: «Nessuno gli darà soccorso»

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RenzoLusetti conosce fin troppo bene i movimenti del sistema politico italiano. Nato nella Democrazia cristiana, ha transitato nella Margherita, nel Pd, per poi approdare, lo scorso 14 gennaio, nell'Udc. Ed è da questo osservatorio che sentenzia: «Quella tra Fini e Berlusconi è una rottura più grave di altre volte, ma non è insanabile». Ne è sicuro? «Sì, lo strappo c'è stato, ma non si tratta di una crisi irreversibile». E la minaccia di costituire gruppi autonomi? «Quello del gruppo autonomo è uno strappo di partito. Fini direbbe sostanzialmente: ho sbagliato a salire sul predellino due anni fa. Indebolirebbe il governo, ma non provocherebbe una crisi. Anche perché continuerebbe a sostenere l'esecutivo». Ma perché, secondo lei, si è spinto fino a questo punto? «La colpa è sicuramente dell'esposizione eccessiva della Lega. Ci sono stati diversi episodi che hanno sicuramente irritato il presidente della Camera». Ad esempio? «Le posizioni di Cota e Zaia sulla Ru486, la visita di Calderoli al Quirinale che non è stata sicuramente corretta nei confronti della terza carica dello Stato, le dichiarazioni di Bossi sulle banche. Se le avesse fatte un democristiano 20 anni fa lo avrebbero massacrato». Ma in questo modo Fini non rischia l'isolamento? «Il rischio c'è ma credo che Fini se ne renda conto e abbia valutato pro e contro della sua scelta». Non è che si tratta del primo passo per costruire il nuovo centrodestra con Casini e Rutelli? «Al momento non c'è niente di tutto questo se non i buoni rapporti tra Fini e Casini. Ma uno sta nella maggioranza e l'altro all'opposizione. Certo, tre anni sono tanti. Basta pensare a come è cambiata l'Italia rispetto al 2008». Quindi qualcosa c'è? «Se Fini sta facendo delle mosse in vista di uno sconvolgimento del quadro il suo discorso è prematuro. Se invece voleva dare una calmata alla Lega ha fatto la tempistica è giusta». E il suo ex partito? Questa frattura aiuta il Pd? «Non lo aiuta né lo penalizza. Sono talmente ripiegati su se stessi e terrorizzati dalle elezioni anticipate. Non ne trarranno vantaggi». Le riforme si faranno ugualmente? «Sono sempre stato scettico che si potessero fare anche perché ho visto molto dibattito politico e poca sostanza legislativa. Questa rottura conferma il mio scetticismo». Ma se Fini non riuscisse a formare gruppi autonomi gli darete una mano? «Nessuno gli darà soccorso. Servono 20 deputati e 10 senatori. Credo che Fini li abbia». Nic. Imb.

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