Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Fu lui a regalargli i gemelli tricolore che aveva ai polsini nel suo giorno di insediamento come presidente della Camera.

default_image

  • a
  • a
  • a

AmedeoLaboccetta è un seguace di Gianfranco Fini. E non è uno che parla per perifrasi. Per esempio sintentizza così il momento: «C'è un incendio, bisogna chiamare chi butta acqua sul fuoco. Chi ha la molotov in mano si faccia da parte». Onorevole, ha visto le ultime dichiarazioni di Berlusconi? Appello a Fini a non andare via e richiesta di chiarimento definitivo. Che ne pensa? «Mi pare un'offerta positiva. E spero che Gianfranco non si lasci sfuggire questa opportunità». Lo spera o lo pensa? «Lo spero, poi ascolterò che cosa dice». Ma l'ipotesi di gruppi autonomi sembra tramontare, o no? «Senta, la gente non lo capirebbe. Io da stamattina ho il telefono infuocato di persone che chiedono spiegazioni. Abbiamo vinto le elezioni, gli italiani vogliono risposte. Non che ci mettiamo a litigare». Ma Fini non sembra di questa idea. «Guardi, nella nostra storia c'è un precedente illustre. Nel 1979 nacque, da una scissione dal Msi, Democrazia Nazionale. Gli italiani non capirono quella operazione e la bocciarono nell'urna. E tanto per esser chiaro, Fini allora era già un leader e rimase nel Msi. Le scissioni sono ipotesi destinate a naufragare». Meglio restare dentro? «Meglio stare dentro, fare una corrente e dire la nostra. Porre le nostre questioni, i nostri temi». Non tutti tra i finiani la pensano così. «Non è un mistero, ho sentito alcuni tra noi e posso dire sinceramente che non la penso come loro. Però, vede, io vengo da uno scuola politica secondo cui conta chi ha i voti sul territorio». E c'è chi non ne ha? «Ci sono bravissimi colleghi parlamentari che hanno folgoranti idee culturali, ma poi sul territorio non hanno un voto. Alla lunga è difficile abbiano ragione». Però Fini li ha ascoltati. «Fini è come Berlusconi. Ascolta tutti, poi decide da solo». Ora come se ne esce tra i due? Come faranno pace? Più posti nell'organigramma del Pdl? «Gianfranco ha posto questioni politiche. Tra queste c'è anche una questione di rappresentatività. Ma è anche vero che Fini non è un tagliatore di teste». Si parla di Gasparri o La Russa in bilico. «Le ho detto: non è un tagliatore di teste. Casomai può chiedere un allargamento delle posizioni per consentire a tutti la partecipazione. Anche della minoranza interna». F. d. O.

Dai blog