Polverini rischia subito: l'inciampo nel "nodo rosa"

Il nodo rosa. L'ostacolo più alto per Renata Polverini verso il traguardo del varo della sua giunta è quello rappresentato dalle donne. Almeno al momento è lo scoglio più duro. Ed è anche quello che sta maggiormente impensierendo la neogovernatrice che proprio ieri si è insediata accompagnata da alcuni consiglieri del listino (Mandarelli, Irmici, Rauti, Pasquali, Colosimo, Nobili) e oggi parteciperà alla messa nella cappella della Regione Lazio, visiterà le sedi di via del Giorgione e via Capitan Bavastro, incontrerà i dipendenti e pranzerà con loro alla mensa. Finite le cerimonie si occuperà della giunta. E qui sono dolori perché oltre alla divisioni interne ci sono troppi dissidi sulla componente femminile della futura squadra, che per legge dovrà rappresentare il trenta per cento della giunta: cinque assessori. Anzitutto il Pdl vuole nominare gli esclusi (sicuri Di Paolo, Malcotti, Lollobrigida per An, Armeni, Maselli, Cangemi per Forza Italia) che dovrebbero tutti andare in posizioni di forza e dunque alle donne resterebbero i posti di rincalzo. La Polverini poi vorrebbe nominare Mariella Zezza, che ieri l'ha accompagnata nell'insediamento. Era la numero uno della «lista Polverini», non è stata eletta. La sua possibile nomina ha già scatenato coloro che fanno notare come avrebbe più diritto chi invece è stato eletto. Come per esempio Olimpia Tarzia, l'unica donna eletta con le preferenze, e che infatti dovrebbe entrare in squadra. Tra le elette difficile che possa entrare Chiara Colosimo, la macchina da guerra dei giovani di An, dall'alto dei suoi 24 anni è troppo fresca per un'esperienza così complessa. Non è una venticinquenne Lidia Nobili ma il suo lavoro era preside di scuola e al momento appare complicato farle fare l'assessore. Più problematica la posizione di Isabella Rauti, l'unica che ha i numeri, la competenza e il know how visto che fino a ieri ha fatto il capo dipartimento del ministero Pari Opportunità. Ma, piccolo particolare, è moglie del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e dunque qualunque decisione si troverebbe come controparte il Comune capitolino. C'è poi il capitolo Alessandra Mandarelli. Lei l'assessore l'ha fatto. Ma con Marrazzo. In verità, nelle chiacchierate con i boss del Pdl, appena si nomina c'è sempre uno (e sempre diverso) che fa subito notare: «E Marrazzo l'ha pure cacciata». Le cose non stanno così ma di sicuro la Mandarelli non è amata manco dagli altri eletti che l'hanno tenuta a distanza nelle prime riunioni tra di loro. Ci sono poi i derby interni. Claudio Scajola reclama un posto per Fabiana Santini, capo segreteria al ministero, donna di ferro, amante delle borse di Louis Vuitton e dei foulard, al dicastero di via Veneto fa trottare commessi e funzionari tanto che le hanno affibiato un nomignolo poco gentile che pare fosse lo stesso che le avevano dato anche al Viminale. Doveva essere nel listino, oggi sarebbe consigliere regionale, ma notte tempo la fecero fuori. Ora si augura l'ingresso in giunta. Ma se la deve vedere con l'emergente di Forza Italia, Veronica Cappellaro, consigliera municipale ai Parioli. Trattandosi di una donna, anche per lei è stata preparata una bella voce da far girare. E consisterebbe nel fatto che già è stata premiata con l'elezione assieme al compagno, Francesco Pasquali: la promozione ad assessore fa storcere la bocca a tanti, gli stessi che facevano l'aria schifata quando si parlava della sua candidatura (Berlusconi se n'è fregato altamente). Su tutto, anzi su tutte, deciderà Renata. Solo e soltanto Renata. E visto che è così in feeling con il Cavaliere, anche lei pare pronta a tirare dritto.