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Atenei vietati

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Una sostenitrice di Blocco Studentesco

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Un agguato. Nella notte. Poi la rissa. Le botte. Pezzi di mattoni spaccati in faccia. E il sangue. Succede all'Università Roma Tre. Facoltà di Lettere e Filosofia. I ragazzi del Blocco Studentesco stanno attaccando dei manifesti vicino l'ateneo. Sono in quindici. È un'attività che fanno tutto l'anno. Ma che si intensifica in questo periodo, a poche settimane dalle elezioni dei rappresentanti universitari. Mancano pochi minuti alla mezzanotte. I giovani del movimento affiggono cartelli in cui è spiegata «l'università che vogliamo». C'è anche il loro leader Francesco Polacchi. L'attività procede con l'entusiasmo di sempre. Poi dalla strada si avvicinano più di settanta ombre.   Sono i militanti del centro sociale Acrobax. Arrivano minacciosi. Hanno in mano bastoni, spranghe, mattoni. I ragazzi del Blocco Studentesco capiscono subito che si tratterà di uno scontro. Si compattano. E iniziano a respingere l'attacco violento. Resistono per tre minuti. Tre lunghissimi minuti. Poi i numeri fanno la differenza. Il muro difensivo viene sfondato. E le spranghe colpiscono i volti. Qualcuno del centro sociale va a caccia di Francesco Polacchi. Lo cercano. Urlano: «Polacchi ti ammazziamo!». Lo trovano. Francesco prova a difendersi. Ma l'aggressione è violentissima. La rissa finisce solo quando i militanti di sinistra si dileguano. I quindici del movimento di destra sono tutti feriti. Otto finiscono al Cto. I giorni di prognosi vanno dai tre ai quindici. Francesco Polacchi ha un braccio rotto. La frattura è scomposta. Dovrà essere operato. Sul volto ha due ferite. Una da sette punti di sutura, l'altra da quattro. «In quel momento potevano ammazzarci - racconta Polacchi dall'ospedale - possiamo dire di esser stati anche fortunati. È da tempo che sui loro blog e siti internet dicono di voler compiere azioni premeditate contro il Blocco Studentesco e far saltare la nostra manifestazione del 7 maggio. Ma noi non ci facciamo intimorire, andiamo avanti. Noi non ci fermiamo di fronte alle loro violenze».   Quando all'una di notte gli agenti della questura di Roma arrivano a Lettere di Roma Tre trovano sul posto ciò che resta dell'aggressione. Sangue, sei mazze e alcuni bastoni. Alla fine i denunciati per rissa aggravata e danneggiamento sono diciassette: otto del Blocco, nove del centro sociale. I militanti dei collettivi di sinistra nel pomeriggio di ieri confermano in una conferenza stampa di volere escludere il Blocco Studentesco da qualsiasi competizione elettorale universitaria. «Vogliamo impedire che a Roma il 7 maggio si svolga la manifestazione del movimento di destra». L'aggressione della scorsa notte si aggiunge a una striscia di violenze nei confronti dei giovani del Blocco.   La polemica si sta ormai infiammando. Il rettore di Roma Tre, Guido Fabiani, dice di essere «preoccupato e addolorato per gli studenti rimasti feriti e ricoverati in ospedale. Queste notizie confermano il clima insostenibile che sta crescendo attorno alla prossima tornata elettorale di maggio». Gianluca Iannone, presidente di CasaPound, gruppo di riferimento del Blocco, chiede gli interventi di Alemanno, Zingaretti e Polverini per interrompere l'escalation di tensione. Il presidente della Provincia Nicola Zingaretti prega i giovani di riportare il confronto sul piano delle idee. Interviene anche Walter Veltroni: «Ognuno ha diritto di avere le sue opinioni politiche». Ma «chi di noi ha conosciuto gli anni del terrorismo e della violenza politica sa che tutto è iniziato così e si è finito con le stragi». L'assessore alla Cultura del Campidoglio, Umberto Croppi, esprime tutta la sua preoccupazione per l'azione di violenza. Il deputato Pdl Francesco Aracri condanna fermamente «la classe docente che supporta le frange di sinistra. Alcuni sono pagati profumatamente e sono sobillatori di odio». Polemico anche il vice capogruppo del Pdl al Comune di Roma, Luca Gramazio, che ritiene «vergognoso aver messo a disposizione» dei collettivi per una conferenza «la sala consiliare del municipio XI per coprire politicamente una vigliacca aggressione a tutti gli effetti».  

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