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Per la governatrice uffici segreti per sfuggire all'assalto dei partiti

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Haformato la sua giunta in appena due giorni. Vabbè, potrebbe rispondere qualcuno, la sua è stata una partita giocata senza manco allacciare le scarpe: è sceso in campo e già era in vantaggio quattro a zero. E va bene, vero. Il governatore del Veneto, quando si è candidato, aveva già venti punti di vantaggio sull'avversario. Ha avuto tutto il tempo per pensare alla sua squadra. In Calabria Peppe Scopelliti è stato proclamato ieri e nel fine settimana presenterà la sua squadra. E nel Lazio invece? Be', potrebbero giustificarsi quelli del centrodestra, la partita è stata aperta fino all'ultimo minuto. Renata Polverini s'è concentrata a raccogliere voti. Non solo, la guardia è rimasta alta per controllare lo spoglio sino a notte fonda visto il testa a testa. Vero anche questo. Ma in Piemonte, dove il duello è stato aspro e la vittoria finale incerta sino all'ultimo istante, il nuovo presidente della Regione, Roberto Cota, è quasi pronto. E Già domani potrebbe sciogliere la riserva e annunciare la sua giunta. Nel Lazio no. Tutto sembra ancora in alto mare. Renata Polverini non è ancora ufficialmente alla guida della Regione, potrebbe essere proclamata oggi. Dal giorno in cui è ufficialmente governatrice ha quattordici giorni di tempo per decidere gli assessori. Pena: la decadenza. Addirittura. Fino ad oggi però le trattative sono appena iniziate. La Polverini è letteralmente assediata dalle richieste dei partiti, dei consiglieri, dei politici locali, aspiranti tali e questuanti sicuri. Al punto che ha abbandonato il suo quartier generale vicino a piazza del Popolo e parte del suo staff si è trasferito negli uffici di Giuseppe De Lillo sul Lungotevere. Lei si è rintanata invece in un head quarter riservato, nei pressi di piazza San Silvestro, con pochi fedelissimi. Qui sta conducendo selezionati incontri. Ma mancano all'appello ancora alcuni di quelli fondamentali. Per esempio quello con il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, rientrato ieri sera dal Giappone. E quello con il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, anche lui di ritorno da una vacanza alle Maldive (ma per la politica se ne riparlerà lunedì). Ieri la neogovernatrice ha avuto un incontro con Berlusconi. L'intero dossier, tuttavia, sembra in ritardo. Al momento solo alcuni sembrano i nomi sicuri per il Pdl. Lei, Renata, invece, non intende rinunciare alla sua fedelissima Mariella Zezza che invece non ce l'ha fatta ad entrare. Altro criterio sembrava essere quello di chiedere le dimissioni da consigliere per gli assessori da nominare. Ma anche questo appare sempre più un veto destinato a decadere. Dopo il fuori onda di Striscia la Notizia di ieri sera è sempre più evidente che il vero problema è la sua coalizione.

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