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Il pasticciaccio di Zaccheo

Renata Polverini e Vincenzo Zaccheo in un fermo immagine di Striscia la Notizia

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Una figuraccia imbarazzante. Destinata a scatenare polemiche sulla neo-governatrice del Lazio Renata Polverini e soprattutto ad avvelenare ancora di più il clima politico a Latina, dove da tempo gli ex di An e quelli di Forza Italia sono ai ferri corti.  A scatenare il putiferio è stato il «fuorionda» trasmesso ieri sera da «Striscia la Notizia» tra il sindaco di Latina Vincenzo Zaccheo (ex An) e la presidente della Regione. Dichiarazioni che hanno coinvolto, in maniera pesante, anche Claudio Fazzone, ex Forza Italia e oggi senatore del Pdl di Fondi. Nel filmato trasmesso da Canale 5 si vede il sindaco di Latina – durante un festeggiamento subito dopo la vittoria alle regionali – che si avvicina a Renata Polverini, la abbraccia e le racconta di come si è speso per farla votare: «Ti voglio bene, guarda ci ho creduto. Ti devo dire una cosa: complimenti! Hai dimostrato di essere come me: una donna tenace! Io ho lottato, guarda, io sono andato a nuoto per te. Sono andato a Ponza, a Ventotene. A Ventotene sono andato a prendere 57 voti per te, non uno di meno». Poi le si avvicina all'orecchio e, captate dalla telecamera, arrivano le frasi incriminate. La prima, un bisbiglio che viene sottotitolato: «Poi ho fatto, non ti dimenticare delle mie figlie!».   La governatrice risponde con un sorriso anche se probabilmente cerca di evitare l'ultima richiesta: «No, ma stai scherzando? Domani mi faccio il calendario, mi faccio un giro». Poi Vincenzo Zaccheo lancia la seconda richiesta, destinata al suo avversario politico, Claudio Fazzone, lo stesso che due giorni fa ha convinto 14 dei suoi uomini, tra consiglieri e assessori, a firmare una lettera di sfiducia contro il sindaco: «E soprattutto ti prego: non appaltare più a Fazzone». «No, no. Stai tranquillo» risponde la Polverini. Zaccheo incalza: «Quello ha perso 15.000 voti». Ma la governatrice, che a quel punto si è accorta che una telecamera la sta riprendendo, si allontana rispondendo con un «ah bello! Non è che non ho chiare le cose come stanno». Al telefono, subito dopo la trasmissione, il sindaco di Latina si difende dall'accusa di aver cercato raccomandazioni. «Non ho assolutamente detto quella frase – racconta con la voce provata – Nel filmato non si sente nulla, è un falso che hanno voluto sottotitolare in quel modo. Le mie figlie non hanno bisogno di raccomandazioni, sono due ragazze eccezionali. Valentina, la prima, si è laureata con 110 e lode, lavora a Roma in uno studio affermato di avvocati, ha vinto una borsa di studio, sta facendo un master di giurisprudenza ambientale ed è assistente universitaria. La seconda, Martina, sta studiando alla Luiss, è bravissima, ha un curriculum con il massimo dei voti. All'ultimo esame ha rifiutato un 28, si è ripresentata e ha preso 30. Vuole fare il concorso in magistratura, sul suo computer ha la foto di Falcone e Borsellino. Perché dovrei raccomandarle? Tra l'altro è un gesto lontanissimo dalla mia cultura politica».   Zaccheo ammette invece la frase sul suo «nemico» Fazzone. Ma la spiega così: «È vero l'ho detto, ma il ragionamento era che nel Lazio non c'è solo lui, ci sono anche altri candidati. E la Polverini deve tenerne conto. Anche perché lui quei 15 mila voti li ha persi davvero». Fazzone, da parte sua, spara a zero sul sindaco: «Sono parole che dimostrano quello che è Zaccheo e quello che invece siamo noi. Provo solo pena nei suoi confronti, è una cosa vergognosa. Io ho chiuso i rapporti con lui, o si dimette o lo devono dimettere. Lo mettano dove vogliono ma una cosa del genere non può passare sotto silenzio». Vincenzo Zaccheo replica così: «Non ho nulla da aggiungere. Solo che la frase sulle mie figlie non l'ho mai detta».  

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