Su Battisti Lula prende tempo
Dopo la storica firma a Praga del nuovo trattato Start tra Russia e Stati Uniti, prosegue lo sforzo in materia di sicurezza nucleare del presidente americano Barack Obama, in quello che appare come lo sforzo diplomatico più impegnativo della sua presidenza. Washington, da ieri sede del Nuclear Security Summit, è il teatro dove i leader di 47 Paesi discuteranno di sicurezza e terrorismo nucleare, cercando di trovare un terreno commune e una base di partenza per il lavoro degli anni a venire. Tutti presenti i leader mondiali (assente solo Netanyahu). Presente anche Silvio Berlusconi, arrivato nella citta della Casa Bianca intorno all’ora locale di pranzo. L’obiettivo della due giorni voluta da Barack Obama è trovare un terreno comune e fissare le linee guida che consentano di proseguire con le politiche di non proliferazione nucleare e di rispondere in modo deciso alla minaccia di terrorismo nucleare, che il presidente americano ha descritto come «il maggiore pericolo per la sicurezza nazionale». Prima di recarsi al blindatissimo Convention Center, sede del vertice, il Cavaliere ha incontrato in bilaterale Lula all’ambasciata brasiliana, a due passi da quella italiana. Berlusconi sarebbe dovuto andare a Brasilia all’inizio di marzo, una visita poi slittata per ragioni di agenda, ora probabile a giugno. Oltre che di cooperazione economica, i due hanno discusso di Cesare Battisti. L’ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo (Pac) - che al momento gode ancora dell’asilo politico in Brasile dopo una controversa decisione dell’ex ministro della Giustizia carioca - è stato condannato in Italia a due ergastoli per quattro omicidi avvenuti negli anni ’70, e il governo di Roma chiede da tempo l’estradizione. Un mese fa, il tribunale di Rio ha condannato Battisti a due anni di pena - da scontare in semilibertà - per uso di passaporto falso al momento del suo ingresso nel Paese sudamericano. La soluzione del rebus dell’estradizione - al centro di una lunga querelle tra i due Paesi che, in più di un’occasione, ha rischiato di tradursi in un vero e proprio scontro diplomatico tra Roma e Brasilia - resta però nelle mani del presidente Lula. Durante il bilaterale, Lula avrebbe detto al premier italiano che «si attendono le motivazioni della Corte Suprema». E il premier avrebbe ribadito «di essere fiducioso» verso le autorità brasiliane. Nel frattempo, i due leader hanno firmato un accordo di partenariato strategico, con vertici annuali intergovernativi tra i due Paesi firmatari: a livello extra europeo, l’Italia ha già stretto simili intese solamente con Israele e la Turchia. Poi, in vista dei mondiali e delle Olimpiadi che il Brasile ospiterà tra quattro e sei anni, si intensificherà la collaborazione tra i comitati olimpici dei due paesi. Infine l’intesa firmata ieri sancirà maggiori rapporti di collaborazione nel campo delle cooperazione internazionale nei confronti di paesi terzi. Al di là della bilaterale, comunque, il Cavaliere ha poi partecipato (in nottata in Italia) alla cena di apertura del vertice, e stamattina interverrà alla sessione plenaria del summit, dove ribadirà che l’Italia sposa la "linea Obama" sulla denuclearizzazione militare e sogna «un mondo senza più l’incubo delle armi nucleari». Al centro degli incubi della comunità internazionale resta invece il dossier nucleare iraniano e il pressing di Obama di queste ore sui partner internazionali - a cominciare dalla recalcitrante Cina - è incentrato proprio sull’adozione di ulteriori sanzioni nei confronti di Teheran. Era dal vertice con cui nel 1945 a San Francisco vennero create le Nazioni Unite, per iniziativa dell’allora presidente americano, Franklyn Delano Roosvelt, che non si riunivano un numero tanto elevato di capi di stato e di governo negli Stati Uniti. A questo punto Washington auspica che il maggior numero di Paesi segua l’esempio del Kazakistan, o del Cile, che ha annunciato di aver rinunciato a tutto l’uranio arricchito che manteva nei suoi magazzini (l’ultimo piccolo quantitativo rimasto nei suoi laboratori è stato spedito negli Stati Uniti dopo il terremoto), esprimendo in occasione del vertice obiettivi individuali.