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Nel Lazio la grande abbuffata

Il Consiglio regionale del Lazio

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Quasi 200 assunzioni a Lazioservice, 140 posti da stagisti a Cotral, un concorso bloccato in extremis all'Aremol e un altro, destinato ai dirigenti, fermato dal Tar. È la storia di una grande abbuffata. Negli ultimi mesi di legislatura i partiti del Lazio hanno mostrato finalmente un impegno condiviso: dare un posto di lavoro a tecnici, collaboratori, consulenti dei gruppi politici. Non tutti, certo, ma almeno una buona parte di quelli che «vivono» con la politica hanno conquistato il posto fisso.    Non sono bastati i dieci concorsi banditi nell'aprile del 2009 per 116 contratti a tempo indeterminato con un vincitore su tre già impiegato nelle segreterie dei partiti. No, non sono bastati. Le assunzioni si sono moltiplicate. Hanno cominciato a muoversi anche le partecipate della Regione Lazio. In prima fila Lazioservice: una società per azioni nata nel giugno 2001 per esternalizzare alcuni servizi regionali impegnando lavoratori socialmente utili. All'inizio era una società a capitale misto pubblico–privato, partecipata dall'Agenzia regionale per gli investimenti e Sviluppo Lazio spa al 51% e da Italia Lavoro spa, l'agenzia del ministero del Welfare per le politiche attive del lavoro e dello sviluppo dell'occupazione. Allora aveva per oggetto sociale la manutenzione ordinaria degli immobili regionali e le attività amministrative e informatiche di supporto. Nell'ottobre 2005 le cose sono cambiate. La Regione Lazio ha acquisito la maggioranza assoluta del pacchetto azionario (51%), rilevando il 49% da Italia Lavoro spa e il restante 2% da Sviluppo Lazio spa. L'anno successivo, in seguito alle restrizioni imposte dall'Unione Europea e a quelle nazionali, secondo cui nessun ente pubblico può affidare servizi senza ricorrere a procedure di evidenza pubblica se non a una propria società di scopo con tutti i requisiti previsti dalla legge e dalla giurisprudenza, la Regione Lazio ha preso l'intero pacchetto azionario. Nello stesso tempo gli obiettivi di Lazioservice sono aumentati. Oggi la società ha funzioni molteplici: progettazione, realizzazione, erogazione, controllo della qualità di servizi. Dunque anche le assunzioni sono diventate più semplici. Ai circa 1.200 lavoratori già «stabilizzati» se ne sono aggiunti in questi ultimi tempi quasi altri 200. A oggi la società è arrivata a quota 1.370 dipendenti. Hanno il contratto Federculture (fino a due anni fa avevano quello dei metalmeccanici). Non grossi stipendi, quattro dirigenti. Tutto in regola, per carità. La nuova Lazioservice, infatti, può ricevere commesse soltanto dalla Regione e in virtù di queste assumere persone per poter coprire gli incarichi. Si spera ovviamente che tutti gli accordi prevedano progetti necessari e di qualità e non siano l'occasione per «sistemare» persone. Il procedimento è stato già sperimentato dall'Aremol. È l'agenzia laziale per la mobilità: offre alla Regione supporto tecnico nella programmazione e pianificazione del trasporto pubblico locale e nel monitoraggio dei servizi offerti dalle aziende di trasporto. Alla fine del 2009 il Consiglio di amministrazione ha approvato il bando di un concorso per assumere una sessantina di dipendenti. Ma la Giunta regionale ha bloccato tutto: non era il caso di farlo, soprattutto alla fine della legislatura. Tuttavia i lavoratori che temevano di perdere il posto ce l'hanno fatta lo stesso. Almeno la maggioranza. La Regione, infatti, ha affidato a Lazioservice alcuni progetti che riguardano da vicino proprio i trasporti, il pane quotidiano dell'Aremol. Una società esterna ha avuto il compito di svolgere le selezioni, alla fine tanti lavoratori dell'agenzia del trasporto regionale si sono ritrovati dentro Lazioservice, con un regolare contratto. Poi c'è Cotral spa, l'azienda del trasporto regionale, che, contando su fondi europei, da tempo ha avviato le «assunzioni» di 140 stagisti, una settantina prenderà servizio in questi giorni. Una decisione che però non sarebbe stata condivisa dalla Giunta e che ha scatenato parecchie polemiche all'interno della maggioranza di centrosinistra. Mentre tutti d'accordo (o quasi) su Lazioservice: lo chiamano «processo di stabilizzazione» anche se tra le assunzioni ci sono parecchie persone che hanno trovato impiego nei partiti. Nessun nesso causale, ovviamente. È indimostrabile il ruolo dei politici nei contratti ma certo restano dubbi. Anche perché il Tar, sollecitato da un ricorso, ha già «congelato» un concorso per dirigenti regionali dove compaiono diversi parenti di esponenti politici e impiegati alla Pisana. Dal canto suo il neopresidente del Lazio, Renata Polverini, ha assicurato che metterà sotto la lente gli ultimi atti della Giunta e delle società regionali. Non sarà un lavoro semplice.

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