Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Disastro nei cieli Polonia decapitata

default_image

  • a
  • a
  • a

La maledizione di Katyn, ferita mai risanata nel dopoguerra polacco, ha ucciso ancora, a 70 anni esatti da quegli eventi che per decenni hanno alzato un muro invalicabile fra Russia e Polonia. Proprio mentre era in volo per presenziare a Katyn una cerimonia per i 70 anni dell'eccidio di oltre 22.000 ufficiali e soldati polacchi per mano dell'armata rossa di Stalin nel 1940, il presidente polacco Lech Kaczynski è morto nella sciagura aerea del suo Tupolev 154, schiantatosi mentre cercava di atterrare all'aeroporto di Smolensk, nella Russia occidentale. Nessuno dei 96 passeggeri a bordo si è salvato. Con i membri dell'equipaggio il conto delle vittime sale a 132. Assieme a Kaczynski sono morti la moglie Maria e i vertici dello Stato polacco: una intera classe politica e militare falcidiata. La procura polacca ha annunciato l'apertura di un'indagine sull'incidente e il presidente russo Medvedev ha nominato una commissione d'inchiesta. Messaggi di cordoglio sono giunti da tutto il mondo, inclusa, fra i primi a reagire, Mosca. Buio pesto su origini e dinamica del disastro. Al momento si pensa a un errore umano. Il pilota del Tupolev 154, un vecchio aereo di fabbricazione sovietica, pare abbia tentato diverse manovre di atterraggio con una visibilità compromessa dalla nebbia. All'ultimo tentativo, avrebbe ripreso quota e toccato la cima di un albero, poi lo schianto. A Katyn, quell'aprile di 70 anni fa, i soldati sovietici trucidarono l'orgoglio dell'esercito polacco: i militari furono portati nella selva di Katyn vicino Smolensk e massacrati uno dopo l'altro. Mosca ha coperto per decenni la verità facendo credere che la colpa del massacro fosse dei nazisti. Solo nel 1990 Gorbaciov ammise la responsabilità russe. Anche Putin, alla cerimonia che si è svolta a Katyn tre giorni fa, in presenza del premier polacco Donald Tusk, ha riconosciuto la realtà storica, addossando però la colpa solo allo stalinismo. Alla cerimonia commemorativa russo polacca del 7 aprile scorso, Kaczynski non era invitato: l'invito ufficiale di Putin era rivolto solo a Tusk, ma il presidente a Katyn voleva andarci a tutti i costi. La cancelleria presidenziale ha escogitato quindi lo stratagemma di una seconda «commemorazione centrale» per i 70 anni di Katyn: quella che non si è mai svolta. La sciagura rischia di allargare un fossato fra Russia e Polonia che in realtà non si è mai richiuso. Ma adesso bisognerà preoccuparsi anche di una possibile crisi istituzionale a causa della «decapitazione» dei vertici politici e militari. Sull'aereo viaggiavano un centinaio di alti funzionari polacchi, oltre che familiari delle vittime di Katyn: nessuno è sopravvissuto.   Mentre via via arrivavano notizie e lista dei morti, il premier Donald Tusk ha convocato una riunione straordinaria del Consiglio dei ministri. Dagli elenchi dei morti risulta una lunga lista di alti dirigenti, dal capo dello stato maggiore Franciszek Gagor, al capo dell'Ufficio della sicurezza nazionale Aleksander Szczyglo, al vice ministro della difesa Stanislaw Komorowski. Orfana del presidente, la Polonia a pochi mesi dalla scadenza delle presidenziali a ottobre è costretta ad anticipare l'appuntamento, come vuole la Costituzione, entro i prossimi due mesi. Le funzioni del presidente sono adesso svolte dalla seconda carica istituzionale, il presidente della Camera bassa Bronislwa Komorowski. È stata annunciata una settimana di lutto nazionale mentre ieri una folla immensa ha deposto fiori davanti al Palazzo presidenziale a Varsavia.  

Dai blog