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Afghanistan, bufera su Emergency

Una donna afghana in un ospedale di Emergency

Gino Strada: "Ci vogliono colpire"

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Hanno confessato. La notizia arriva, dirompente come un missile Cruise. I tre italiani, operatori sanitari di Emergency, arrestati l'altro giorno in Afghanistan avrebbero ammesso la loro partecipazione al complotto per uccidere il governatore della provincia di Helmand. Ammanettati nell'ospedale di Laskhar Gah e trasferiti in una località segreta a Kabul, ieri mattina avevano ricevuto la visita dell'ambasciatore italiano Claudio Glaentzer, che li aveva trovati in buone condizioni, anche se scossi per la vicenda. Ieri sera la choccante notizia resa nota dagli inglesi attraverso l'edizione on line del Times.   «Tutte le nove persone arrestate, sei afghani e tre italiani, hanno confessato» e «hanno riconosciuto i loro crimini. Hanno detto di aver progettato una serie di attentati suicidi in mercati affollati, agli uffici del governatore, che volevano uccidere», ha dichiarato Daud Ahmadi, il portavoce del governatore della provincia di Helmand, Gulab Mangal. «Sono accusati - ha proseguito Ahmadi - di avere legami con Al Qaeda e altri gruppi terroristici. Durante l'irruzione della polizia afghana e delle truppe Isaf abbiamo trovato esplosivi tra cui bombe a mano, giacchetti esplosivi e alcune armi nascoste tra scatole di medicinali, contrabbandate nell'Helmand tra forniture mediche». Nell'articolo del Times, sotto la foto di Matteo Pagani e Matteo dell'Aira, viene ricostruito l'impegno dell'organizzazione di Gino Strada in Afghanistan sottolineando che l'ospedale di Lashkar Gah «ha la fama di curare i talebani feriti». Gino Strada aveva dichiarato già ieri mattina che le accuse sono «grottesche». In serata, dopo la confessione, il commento è stato secco. «È tutta una bufala». Secondo Ahmadi gli uomini di Emergency avrebbero legami diretti con la cosiddetta «Shura di Qetta», la leadership dei talebani afghani in esilio nella provincia pakistana del Beluchistan e sarebbero stati pagati 500.000 dollari per uccidere il governatore Mangal. Per il portavoce la dinamica prevedeva che il capo locale sarebbe stato ucciso quando, dopo gli attentati nei bazar, avrebbe raggiunto «senza scorta» l'ospedale per visitare i feriti. «Nell'ospedale - ha sottolineato - non sono consentite armi così il governatore, come è solito fare, sarebbe entrato senza le sue guardie del corpo». Le autorità afghane hanno confermato che nell'arresto non sono state coinvolte truppe Isaf. Solo al termine dell'operazione sono «stati chiamati artificieri britannici per mettere in sicurezza l'ospedale», ha spiegato Ahmadi chiarendo anche perché in un video si vedono soldati dall'aspetto occidentale esaminare gli ordigni. Ieri centinaia di persone hanno manifestato davanti all'Ospedale di Emergency a Lashkar Gah per chiederne la chiusura in quanto aiuterebbe i talebani. Una chiusura che, peraltro, può decidere solo il governo di Kabul. Per ora l'ospedale intitolato a Tiziano Terzani continua a funzionare con operatori afghani.  

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