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Polverini: la musica è cambiata

Il presidente della Regione Lazio Renata Polverini

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«C'è chi dice che festeggiamo troppo, io dico che festeggiamo il giusto». Renata Polverini non tiene più il conto dei festeggiamenti per la conquista della presidenza della Regione Lazio. Ma l'entusiasmo per la vittoria si mescola all'enunciazione dei primi interventi in agenda. Così anche a Piazza Vittorio, gremita di folla per la festa, con tanto di spumante finale, al «Villaggio della libertà», la Polverini sfodera la grinta che l'ha caratterizzata durante tutta la campagna elettorale. Sotto il palco, come sempre, la mamma che, dice, a quanti l'abbracciano, «il cuore mi batte ancora per l'emozione». «Abbiamo compiuto un miracolo» arringa Renata ed subito uno sventolio di bandiere, quelle del Pdl ma anche quelle del popolo del «3570», dei tassisti. Poi un lungo striscione con la scritta «Renata, Le donne azzurre sono con te». E la Polverini: «Non è vero che abbiamo vinto per un pugno di voti, abbiamo stravinto, se lo devono mettere bene in testa». Poi parla dei primi interventi: «Metterò subito a verifica i conti della Regione e li renderò pubblici, da lì ripartirò. Sto controllando tutto quello che negli ultimi due mesi di campagna elettorale e in particolare nell'ultima settimana la giunta di centro sinistra ha fatto ai danni dei cittadini. La musica è cambiata - ha continuato - questi signori non mi devono continuare a sottovalutare pensando che siccome sto in mezzo alla gente sono distratta». Poi sottolinea che passerà al setaccio le tante consulenze e gli stipendi d'oro dei dirigenti e assicura che «nessuno dei sessanta punti del programma sarà dimenticato». La gente si spella le mani quando la presidente urla che ha sempre creduto nella vittoria, che non ha mai mollato anche nei momenti più difficili, «perché volevo portare a termine l'impegno preso con gli elettori». E ricorda quando andando per mercati, ospedali e quartieri ha avvertito che «c'era voglia di cambiamento». A festeggiare sul palco con la Polverini, tra gli altri il ministro della Gioventù Giorgia Meloni, i deputati del Pdl Fabio Rampelli, Marco Marsilio, Cesare Cursi, Beatrice Lorenzin, il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri, la deputata Anna Grazia Calabria, Isabella Rauti. Molti gli aneddoti e i ricordi dei momenti più difficili della campagna elettorale. Beatrice Lorenzin con grande vivacità ha rievocato quando, in un momento di grande tensione, insieme al ministro Meloni ha divorato fino a venti cornetti con il cioccolato per superare lo stress. Olimpia Tarzia, del Movimento per la vita, ha ribadito le ragioni che l'hanno portata ad aderire alla lista Polverini: «Volevo fermare la cultura radicale della Bonino, la cultura della morte. Ma ora - chiede - bisogna rifinanziare la legge sulla famiglia». Isabella Rauti, ora con il sorriso sulle labbra, ricorda delle giornate al freddo e sotto la pioggia ad incontrare la gente per piazze e strade. «Non ci siamo mai fermati e questa vittoria ha avuto un effetto catartico» e la gente sotto il palco le fa eco con un coro, «vittoria, vittoria». In tanti tra quelli che si alternano sul palco, sottolineano che «nonostante l'esclusione della lista è stato fatto il miracolo». E che è stato dimostrato che l'organizzazione c'era e soprattutto c'era la volontà degli elettori di dare una spallata al governo di centrosinistra. Gasparri ha rinnovato l'impegno che alle prossime elezioni si occuperà personalmente della presentazione delle liste e il ministro Meloni ha lanciato un monito alla sinistra che pensava di vincere «in assenza della lista del Pdl». Quando sul palco arriva la bottiglia di spumante e il tappo schizza tra la folla sembra un gesto liberatorio, della tensione della campagna elettorale e di soddisfazione. Ora ci sono cinque anni davanti e la promessa del cambiamento da onorare.

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