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Maselli: «Poco trasparenti bandi e procedure»

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AdessoMassimiliano Maselli, consigliere uscente di Forza Italia e possibile assessore nella Giunta Polverini, riprende in mano le carte e spiega: «La mia protesta cominciò subito dopo la prima selezione. Mi ero accorto che qualcosa non andava». Cosa non andava Maselli lo dice piuttosto chiaramente: «Quei concorsi erano poco trasparenti. Nelle liste c'erano (e ci sono ancora) parenti di funzionari regionali e tanti impiegati dei gruppi politici». A stare attenti alle date si potrebbero ipotizzare nessi causali ancora più stringenti: «Il concorso è stato organizzato poco prima delle elezioni europee. Certo è inevitabile che ci siano sospetti», ammette lo stesso Maselli, che la politica la fa tutti i giorni. Ma dubbi il consigliere regionale li ha avuti subito: «Per assegnare il bando alla società a cui è stata delegata la gestione del concorso è stata usata la procedura d'urgenza. Allora mi chiesi perché l'ufficio di presidenza del Consiglio regionale scegliesse questa procedura: le assunzioni di personale vengono sempre pianificate a lungo termine, non fatte in questo modo, così rapidamente». Forse perché è stato il primo a denunciare il caso, fatto sta che Maselli non gira intorno ai concetti: «Si trattava di concorsi pubblici, perché tutta questa fretta? - si chiede - Sono stati organizzati con poca intelligenza, questa è la verità - aggiunge il consigliere di Forza Italia - Non era possibile far presentare tutti quegli assistenti dei partiti. Troppi, non c'è che dire. Era evidente. Capisco che tutti sono liberi di presentarsi a un concorso pubblico e che non ci può essere una discriminazione al contrario per quelli che lavorano con i politici ma c'è sempre una misura da rispettare». Ora la crociata di Maselli è per la meritocrazia. Affinché le cose cambino: «Deve essere il vero cavallo di battaglia del nostro Paese. Sono stato l'unico a prendere posizioni forti durante lo svolgimento di questi concorsi. Tutti gli altri non lo fecero. Anzi fui pure criticato da parecchi. Capisco il perché. Vidi tutti i nomi dei partecipanti, troppe cose non tornavano. A quanto pare, l'inchiesta de Il Tempo mi ha dato ragione. Non so se ci sono state irregolarità, non è una cosa che mi compete, ma di certo la politica deve essere più sobria. Non è possibile che ci siano bandi per assumere parenti, amici e collaboratori dei consiglieri regionali o dei funzionari della Pisana. Se non puntiamo sul merito non si andrà lontano». La sfida a questo punto è per la governatrice del Lazio, Renata Polverini, che ha già assicurato l'impegno di verificare tutti gli atti approvati nella scorsa legislatura. A. D. M.

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