Storia di un mistero che ossessiona il mondo scientifico
Daquando Secondo Pia, avvocato torinese con l'hobby della foto, ha piazzato la sua voluminosa apparecchiatura davanti quel lenzuolo per farne uno scatto, la Sacra Sindone è diventata la sfida della scienza. Era il 1898. Nel frattempo è stata osservata con strumenti di Scotland Yard; esplorata con raggi laser della Nasa; vista con la tecnica tridimensionale di Avatar; le ferite della corona di spine, evidenziate col sistema astronautico che guida lo Shuttle. Eppure il mistero non si scioglie. Che sia opera di un genio come Leonardo da Vinci o di un'emanazione atomica, quel lenzuolo di lino continua a essere oggetto di ricerche. Quando nel 1973 sono stati rinvenuti sul tessuto dei granuli di polline tipico della Palestina, si è stabilita la sua permanenza oltre che in Europa, anche nella regione anatolica. E si è riscritta la storia. Poi il colpo di scena è arrivato nel 1988, datando l'origine del tessuto tra il 1260 e il 1390 d.C. L'esame dei frammenti col metodo del radiocarbonio doveva essere la prova definitiva, invece si è riaperto il caso. È spuntato un «certificato di morte» riferito a «Gesù il Nazareno». Ma intanto «la Chiesa – come disse Giovanni Paolo II (nella foto) - esorta gli scienziati ad affrontare lo studio della Sindone senza posizioni precostituite, che diano per scontati risultati che tali non sono; li invita ad agire con libertà interiore e premuroso rispetto sia della metodologia scientifica sia della sensibilità dei credenti».