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«Io l'ho fatto in Svizzera, una scelta difficile»

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Lamia scelta, intima e personale, non è stata affatto più facile. Ritengo che queste siano solo polemiche strumentali». Nel giorno in cui al Policlinico di Bari viene somministrata, a un ragazza di 25 anni, la prima pillola italiana RU486, Anna (nome di fantasia) racconta la sua esperienza, «incredula» rispetto a come il nostro paese stia trattando un tema così delicato. Quaranta anni, sposata, residente a Roma, ostetrica di professione, e già con due figli grandi, 3 anni fa Anna rimane incinta per la terza volta, «utilizzavamo metodi naturali», e decide sin da subito, d'intesa con il marito, di voler abortire. «Non ci sono state zone d'ombra nella mia decisione, ero determinata a non portare avanti la gravidanza», spiega ora a 3 anni di distanza. Ma la scelta, anzichè sul tradizionale intervento chirurgico cade sull'aborto farmacologico per evitare, in una situazione di per sè già delicata, «di finire su un lettino di una sala operatoria». Ma considerate le difficoltà di affrontare un percorso del genere in Italia, Anna decide di andare oltre frontiera e di recarsi subito a Zurigo. «Una volta compiuta la scelta - ricorda oggi - aspettare anche un mese per me sarebbe stato terribile. Così sono partita, anche se avrei preferito farlo a Roma, sono arrivata a Zurigo la sera, il giorno dopo alla 10 di mattina mi hanno fatto un'ecografia e davanti al medico mi hanno fatto prendere la pillola Ru486. Poi in giornata sono tornata immediatamente a Roma, dove ho proseguito la terapia prendendo la prostaglandina». Nessun ricovero obbligatorio, dunque, come previsto in Italia dal parere del Consiglio Superiore di Sanità, e soprattutto nessuna ripercussione nei giorni a venire. «Devo dire che tutto è andato in maniera in positiva e che non ho avuto problemi. Onestamente mi aspettavo sintomi più forti, in realtà ho avuto solo dolori mestruali assolutamente gestibili, se devo essere sincera a 16 anni li avevo più forti». Un'esperienza ovviamente dolorosa, ma per fortuna finita nel migliore dei modi. «Ogni donna che si accinge a compiere un passo del genere credo che abbia un suo percorso - conclude - ma considerata la mia esperienza io consiglierei la pillola abortiva rispetto all'aborto chirurgico».

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