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segue dalla prima Il confronto con i partiti è appena cominciato, del resto la nuova Regione Lazio debutterà non prima di un mese.

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Nontutti saranno pienamente soddisfatti ma se si aggiungono le poltrone nelle agenzie regionali, nessuno potrà dirsi scontento. L'esigenza più stringente della neogovernatrice è trovare la quadra con An e Forza Italia (nel Consiglio del Lazio ancora non esiste il Pdl). Altra questione: il contrasto tra Fi e Udc per la presidenza della Pisana. Su questo sembra che la Polverini voglia premiare i centristi (che avranno preso meno voti delle aspettative ma che in ogni caso sono stati determinanti per la vittoria del centrodestra). Ecco la mappa del nuovo governo del Lazio. Vicepresidente sarebbe l'ex capogruppo di Fi Fabio Armeni che potrebbe contare anche sulla delega a Cultura, Spettacolo e Sport. Il Bilancio andrebbe all'esponente dell'Ugl, fedelissimo della presidente, Luca Malcotti. Ai Trasporti l'alemanniano Pietro Di Paolo mentre i Lavori pubblici sarebbero affidati al coordinatore provinciale Francesco Lollobrigida. Il Personale spetterebbe all'ex vicepresidente del Consiglio Bruno Prestagiovanni mentre l'Agricoltura al più votato del Pdl a Frosinone, Franco Fiorito. Infine gli Affari Istituzionali ed Enti Locali al reatino Antonio Cicchetti che però potrebbe pure «accontentarsi» di fare il capogruppo del Pdl. Poi ci sono gli esponenti di Forza Italia. Le Politiche abitative potrebbero andare a Massimiliano Maselli, passato dall'Udc a Fi nella scorsa legislatura. Pino Cangemi, già consigliere di amministrazione dell'Ama, avrebbe l'Ambiente, mentre Francesco Battistoni Istruzione e Formazione. Veronica Cappellaro, eletta nel listino, potrebbe guidare Lavoro, Politiche giovanili e Pari Opportunità mentre la Semplificazione Amministrativa andrebbe a Gina Cetrone. Non manca l'Udc: la Polverini potrebbe assegnare ad Anna Teresa Formisano le Politiche Sociali e delle Sicurezze e l'Urbanistica ad Aldo Forte, tra i più votati a Latina e dintorni. Infine c'è Francesco Saponaro. Ha fatto l'assessore alle Attività produttive dieci anni fa con la Giunta Storace, poi l'assessore «ombra» col centrosinistra (nel senso che le delibere approvate erano quelle proposte da lui). Potrebbe ottenere lo stesso posto anche con la Polverini. Altro capitolo, l'ufficio di presidenza. La poltrona più alta del Consiglio potrebbe essere affidata dalla maggioranza a Rodolfo Gigli (Udc). La vicepresidenza a Isabella Rauti, anche lei eletta nel listino, e, per l'opposizione, a Bruno Astorre, il più votato del centrosinistra ed ex numero uno della Pisana. Ultimi tre posti, i segretari di presidenza: per il centrodestra Nicola Illuzzi e lo storaciano Roberto Buonasorte e per il centrosinistra Carlo Ponzo (Pd). Ovviamente in Giunta non ci sarà l'assessore alla Sanità. Il governo nominerà Renata Polverini commissario, come lo è stato negli ultimi anni l'ex governatore Piero Marrazzo. Non sarà semplice. «Ci dobbiamo subito mettere a lavoro perché c'è una situazione di disagio. Ci sono tutte le condizioni per rimettere le cose a posto e cominceremo a farlo immediatamente, appena insediati», ha detto pochi giorni fa la numero uno del Lazio. Altro tema a cui la Polverini tiene molto è la sicurezza sul lavoro ma non ci sarà una delega specifica. Di certo, però, assicura la neogovernatrice, «un Paese può dichiararsi civile quando nemmeno più una persona perde la vita sul posto di lavoro. Da questo punto di vista metterò tutto il mio impegno personale e chiederò a tutti quelli che collaborano con me un'attenzione importante». Poi c'è il turismo. La delega potrebbe essere accorpata alle Attività produttive: «I nostri porti - ha spiegato la Polverini a Ponza - dovranno diventare le porte d'accesso della nostra regione. Nel mio programma elettorale c'è un impegno importante per il settore del turismo, che deve diventare la prima industria del Lazio. Non è possibile che in una regione che ha 360 km di costa per anni non si sia sentito parlare di portualità e balneazione. In cinque anni mi ripropongo di portare il Lazio in vetta alle classifiche delle regioni d'Italia». Infine c'è l'impegno ad ascoltare tutti, contando anche su una squadra di alto livello. La Polverini è determinata e nelle prossime settimane tenterà di mettere in riga i partiti. «In campagna elettorale ero una candidata di parte, ma ora sono la presidente di tutta la regione, senza distinzioni di colore», ha più volte ripetuto, anche agli stessi esponenti locali della sua coalizione. «Lavoreremo tutti insieme e attiveremo tutti i tavoli. Nulla sarà fatto sopra le teste dei cittadini e degli amministratori - assicura la governatrice - Dobbiamo concordare, perché non è una perdita di tempo come qualcuno ha pensato. Non è vero che le persone portano solo problemi ma danno soluzioni e risposte. Il mio programma oggi è diventato azione di governo». Certo bisognerà ancora attendere. L'allora presidente Marrazzo ci impiegò un mese a preparare la Giunta, lei assicura: «Io farò molto prima». E precisa: «Ci sarà una partecipazione di tutte le province e una partecipazione delle donne secondo il numero previsto dalla legge regionale e, perché no, anche di più». In effetti alla Polverini piacerebbe «ripescare» anche la capolista della sua formazione civica, Mariella Zezza, che non è stata eletta. Ma non sarà facile, bisognerà districarsi fra le velleità delle correnti dei partiti che la sostengono. Rischia di rimanere fuori anche Donato Robilotta. Ex assessore agli Affari Istituzionali nella Giunta Storace e capogruppo dei Socialisti Riformisti verso il Pdl negli ultimi cinque anni potrebbe pagare l'indipendenza dal Pdl. Proprio lui avverte: «Sono sicuro che la Giunta non sarà il frutto delle espressioni delle correnti ma del rapporto con il territorio, dell'esperienza e del merito. Nell'espressione della giunta il Pdl presenti una rosa di nomi ma lasci alla Polverini l'autonomia per decidere nel merito. Anche perché lo Statuto affida al presidente della Regione il potere di nomina e revoca degli assessori». Alberto Di Majo

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