Scontro tra alleati per entrare in Giunta
Chissà se la piccola pausa pasquale ha portato qualche buon consiglio ai vertici dei partiti e alla neo governatrice del Lazio, Renata Polverini, per sciogliere il nodo della squadra di governo della Regione, legata a doppio filo a quella della Capitale. Sbrogliare la matassa infatti è più complesso che mai. A partire dalla scelta del numero due della Polverini alla Pisana. Gli accordi elettorali attribuivano il ruolo di vice governatore all'Udc, che avrebbe preso anche due assessorati «di peso», una questione non solo di voti ma di programmi politici condivisi e sanciti direttamente da Pier Ferdinando Casini, pronto a scendere in campo per far rispettare gli accordi presi. Il risultato «miracoloso» della Polverini con la mancata lista Pdl e il responso delle urne non entusiasmante per l'Udc hanno però rimesso in discussione più di un accordo. Gli ex di FI infatti non solo premono per la vicepresidenza a Fabio Armeni, al quale però verrebbe affiancata una delega «minore», ma alzano il tiro chiedendo anche la presidenza del Consiglio regionale (per Claudio Fazzone?). Ma si sa, si chiede sempre cento per ottenere almeno 80. Così l'Udc potrebbe «consolarsi» con la presidenza dell'Aula per Rodolfo Gigli, e due posti in giunta per Aldo Forte e Pietro Sbardella. Un posto nella squadra Polverini dovrebbe andare anche a La Destra di Storace che ha già fatto il nome di Teodoro Buontempo ma anche qui la partita è ancora tutta aperta: l'ex governatore del Lazio potrebbe andare a Palazzo Chigi come sottosegretario e ottenere un posto nella giunta Alemanno, sempre per Buontempo che andrebbe alle Periferie. Ancora tutta aperta poi la battaglia sugli «esclusi» del Pdl a Roma e Provincia. Tra questi riposano sonni più tranquilli, Pietro Di Paolo (Mobilità) e Luca Malcotti (Bilancio), per i quali il posto in giunta sarebbe già garantito da Alemanno e Augello. Probabile la guida ai Lavori pubblici per Francesco Lollobrigida e salgono anche le «quotazioni» di Massimiliano Maselli (Ambiente) e Bruno Prestagiovanni (Risorse Umane). Per gli altri esclusi eccellenti, come Tommaso Luzzi, Luigi Celori, Donato Robilotta si potrebbero invece aprire le porte degli enti e delle società regionali. Resta poi il problema della «quota rosa» nella prima giunta regionale guidata da una donna. A parte Isabella Rauti e Olimpia Tarzia, già promosse «assessore in pectore», la rosa dei nomi è ancora tutta da compilare.