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Santanchè difende il Crocifisso nelle aule

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Inattesa del pronunciamento della Grande Chambre della Corte Europea, la leader del Movimento per l'Italia Daniela Santanchè interviene sulla questione del crocefisso rimosso dai luoghi istituzionali, nella sua rubrica mensile pubblicata sul nuovo numero del magazine free press Pocket. «Quello che è considerato un simbolo di pace, di sacrificio, di umanità e di speranza ha scatenato uno scontro legale i cui esiti vanno al di là dello stesso pronunciamento della Corte - sottolinea - Stabilire per legge quello che è una oggettività storica dell'Europa e del sentire comunè, come ha molto serenamente affermato il cardinal Bagnasco, è sintomatico dell'equilibrio che si deve ancora trovare in questi tempi di globalizzazione». «Qualora si applicasse la sentenza allora, paradossalmente, si potrebbe pensare di abbattere tutti i campanili che inducono al ricordo della Chiesa? - prosegue - Forse è utile rammentare, dove il buon senso non basta, come dice il buon Bersani, che sia nel Trattato di Maastricht del 1992 che nel più recente Trattato di Lisbona, nella Comunità Europea vige, ed è inderogabile, il principio della sussidiarietà e cioè le decisioni devono essere prese il più possibile vicino ai cittadinì (sono parole scritte nel preambolo del Trattato e ribadite dall'articolo 5 del Trattato stesso)». «Quindi se in tutti i Tribunali italiani, nei vari gradi e nei vari ricorsi, la richiesta del genitore che pretende l'eliminazione del crocifisso in nome della laicità dello Stato non ha trovato accoglimento, perchè, in nome del principio della sussidiarietà la sentenza di Strasburgo deve stravolgere questa decisione?», afferma ancora Santanchè.

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