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Nel Pdl largo ai giovani

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Il premier Silvio Berlusconi

Donne, la carica delle 40enni

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  Donne e giovani ai vertici del Pdl. Avrà pure vinto le elezioni ma Berlusconi non rinuncia a cambiare marcia. I segretari nazionali, Bondi, La Russa e Verdini, resteranno al loro posto perché «si sono comportati sempre benissimo», ma non mancheranno ritocchi «in sede locale». L'obiettivo del Cavaliere è ringiovanire e irrobustire la struttura del Pdl. «Qualcuno dice che il partito non ha funzionato ma in realtà da quando esiste ha sostenuto la maggioranza che non ha perso un colpo e ha vinto tutte le elezioni che si sono svolte» ha sottolineato Berlusconi. Sui coordinatori, ha aggiunto, «non vedo come si possano avanzare critiche» nei loro confronti. Piuttosto «voglio ringiovanire il partito e aprirlo alle donne. La scorsa settimana ho incontrato la Bernini e nei prossimi giorni vedrò Monica Faenzi, entrambe hanno ottenuto una buona performance elettorale e penso a loro per incarichi nel partito». Quanto al caso Puglia, «abbiamo rigettato le dimissioni di Fitto. Ma - ha concluso il premier - credo che in molte regioni si debbano effettuare delle aperture nei confronti dei giovani e delle donne». Il pensiero è andato subito al Lazio. È vero che il Pdl è riuscito nel miracolo di trasferire quasi tutti i suoi voti alla Lista Polverini, ma il pasticcio in Tribunale pesa ancora. Il coordinatore regionale Vincenzo Piso, il vice Alfredo Pallone e il segretario romano Gianni Sammarco traballano. I cambi erano già stati ipotizzati dopo l'esclusione dei candidati del Pdl dalle Regionali, la vittoria (tutta di Berlusconi) ha rallentato le sostituzioni. Ma niente di più. «Credo che per dare davvero corpo al partito sia necessario affrontare tanti problemi: dalla gestione economica alle sedi - spiega Piso - La questione non riguarda solo i singoli coordinatori. In ogni caso se dovessero sostituirmi non ne farei un dramma». L'eurodeputato e fedelissimo del premier Alfredo Pallone non fa una piega: «Tra i compiti della classe dirigente c'è quello di delineare i futuri rappresentanti, è fisiologico. Abbiamo già cominciato a farlo, basta guardare i nostri eletti: giovani, donne e facce nuove. Questo è già un segnale di rinnovamento». Il confronto col Pd è impietoso: «Non siamo noi quelli delle correnti. Puntiamo al consenso e ancora una volta Berlusconi ha dimostrato sul campo di avere ragione. Per questo è giusto continuare nella linea che indica lui. Dal canto nostro aiuteremo Renata Polverini a dare risposte, a risolvere i problemi soprattutto nelle province». Se dovesse essere sostituito, Pallone non farebbe storie: «Quando si decide di stare in un partito lo si fa a prescindere dai ruoli politici». Va sulla stessa scia il coordinatore romano del Pdl, Gianni Sammarco: «È Berlusconi che ci porta alla vittoria, dunque è giusto che si faccia come vuole lui». Mette i puntini sulle «i» il ministro della Gioventù Giorgia Meloni: «Il ricambio generazionale è necessario ma ancora più importante è come si decide di selezionare i dirigenti. Credo che si debba valutare il percorso politico di ognuno».

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