La Lega frena sull'aborto: " Mai contro la legge"
Dopo le dichiarazioni infuocate, la Lega corregge il tiro. La polemica sulla pillola Ru486 continua a occupare la scena politica mentre gli ospedali si organizzano. Subito dopo Pasqua, da mercoledì 7 aprile, nella prima Clinica Ostetrica dell'Azienda ospedaliera Policlinico di Bari potranno già essere utilizzati dieci trattamenti e entro martedì, invece, è atteso un carico per 18 ospedali del litorale toscano. Il neopresidente del Piemonte Roberto Cota sottolinea di non essersi «mai espresso in modo contrario alla legge» ma di aver sottolineato la sua posizione a difesa della vita, «mentre la presidente Bresso è per un uso disinvolto che non prevede il ricovero ospedaliero». Ha anche detto però di aver chiesto ai direttori generali della sanità piemontese di «aspettare il suo insediamento e le linee guida del ministero della Sanità sull'utilizzo del farmaco, così insieme affronteremo il problema». Anche il governatore del Veneto Luca Zaia corregge il tiro dicendo che la terapia «va fatta in ambiente protetto» perchè il farmaco «non deve diventare l'aspirina delle minorenni». In Lombardia il presidente Formigoni sgombra il campo da possibili equivoci. Pur sottolineando di essere «culturalmente contrario al farmaco» dice che non si opporrà per «il doveroso rispetto che le Regioni devono alle leggi dello Stato». La precisazione suona come una bacchettata al suo vicepresidente, Andrea Gibelli, che in mattinata aveva annunciato di voler porre la questione della pillola all'ordine del giorno di una delle prime riunioni del nuovo consiglio regionale. «La priorità è la tutela della vita e la legge sull'aborto è ormai storicamente superata». In questo modo faceva intendere di voler portare la Lombardia ad un no secco sull'uso della Ru486. L'intervento di Formigoni ha però fatto chiarezza. Intanto dal governo arriva un messaggio chiaro. Il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella afferma che bisogna andare verso un protocollo unitario possibilmente condiviso con le Regioni per le linee guida e il monitoraggio dell'uso della pillola. Roccella poi avverte che chi «decidesse di seguire comportamenti difformi dai pareri del Consiglio Superiore di Sanità, che è la massima autorità scientifica istituzionale, dovrebbe motivarli adeguatamente assumendosene una completa responsabilità». Resta il fatto comunque che la pillola, sottolinea la Roccella, «non è un farmaco miracoloso ma ha molte ombre come dimostrano i 29 morti, 5 in Gran Bretagna, di cui non si è scritta una riga». Il Pdl segue con attenzione le dichiarazioni della Lega marcando la differenza. Così il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo rivolta a Cota e Zaia, sottolinea che «nessuna Regione può pensare di poter proibire ciò che è concesso e regolato dalla 194, che è una legge nazionale, mai abrogata». Poi un consiglio con una punta ironica ai due neogovernatori: si consultino con Roberto Formigoni, uomo d'esperienza, cattolico. C'è sempre la possibilità di rispettare la legge e le proprie convinzioni». La Prestigiacomo ribadisce il «sì alla pillola ma tra le pareti di un ospedale». Per il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri «è preoccupante il cinismo della sinistra che specula sulla pelle delle donne e le induce a tornare all'aborto fai da te a casa».