Io so che ce la faremo
Caro Direttore A un anno circa dal nostro tragico evento, in uno dei pochi momenti di riflessione ho scritto su un foglio di carta alcune considerazioni. Non pretendo la pubblicazione di questa mia, la prenda come sfogo verso una persona disponibile ad ascoltarmi. Sono sposato felicemente (e ne ho avuto prova dalla mia famiglia durante e dopo il terremoto) dal 1990, padre di due ragazzi di 18 e 14 anni, e oggi mi rendo conto che nei miei 50 anni di vita, ho agito nei diversi ambiti sociali solo in funzione del "quotidiano"; mere soddisfazioni che, prese a piccole dosi ti fanno andare avanti nella vita offuscando i reali valori, soprattutto l'altruismo e la disponibilità verso il prossimo. Su questi valori ho riflettuto nei periodi tristi del post sisma osservando, da bisognoso di tutto,quei volontari della Protezione Civile che, pur avendo una famiglia, una casa e un lavoro, si sono messi a disposizione di tanti perfetti sconosciuti che avevano in quel momento bisogno di aiuto. Non parliamo dell'operatività dei Vigili del Fuoco e delle forze dell'ordine tutte che, vuoi per dovere ma soprattutto per coscienza personale hanno lavorato ininterrottamente ore e ore per la soddisfazione di tirare fuori dalle macerie un altro "vivo". Lo stesso Presidente Berlusconi tanto criticato da chi, anche su una tragedia di questa entità fa considerazioni solo politiche, è venuto da noi regalandoci un valore che esula da interessi politici, quello dell'amicizia, sì, un amico che ti sorregge e ti conforta nei momenti duri della vita; ho natali napoletani ma mi sento abruzzese a tutti gli effetti, non a caso ho scelto di vivere qui dal 1979. Al mio paese natale c'è un detto che dice: «Carcere, disgrazie e malatie se vere o core ell'amici (quando si è in carcere, in una disgrazia o in una malattia noti l'affetto e la vicinanza dei veri amici)». Sono fiducioso di vedere L'Aquila più splendente di prima, so che ci vorranno 15-20 anni, ma con la vicinanza di chi, come un anno fa ci ha fatto capire i valori della vita attraverso quel calore umano che tutti percepivamo sulla pelle, riusciremo a parlare di quel tragico evento del 6 aprile 2009 come una svolta epocale dei valori umani vissuta proprio qui. Orgogliosamente potrò dire "io c'ero" e testimonio che né la politica né gli interessi personali possono inficiare quei rapporti umani che si testimoniano solo attraverso le azioni a favore di chi, realmente bisognoso con umiltà accetta qualsiasi aiuto. Grazie per aver letto questa mia, Enzo Marucci