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Chiesa sotto attacco

La cupola di San Pietro, Roma

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Come un'orda di coyote intorno all'agnello disperso nel deserto. La Chiesa cattolica viene attaccata da tutte le parti. Gli scandali degli abusi sui minori sono il grimaldello usato per cercare di cancellare la potestà di Pietro. Alla faccia dell'ecumenismo ieri gli anglicani di Inghilterra hanno sparato a zero contro i cattolici di Irlanda. Tornano a galla antiche diatribe sepolte nei secoli e che sembravano purificate dopo il Concilio Vaticano II. Così non è. L'arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, leader spirituale della Chiesa d'Inghilterra, ha accusato la Chiesa cattolica in Irlanda di aver «perso tutta la sua credibilità». Il tutto a sei mesi dalla visita di Benedetto XVI a Londra. Questo attacco si deve anche all'apertura del Vaticano agli anglicani più conservatori contrari all'ordinazione di preti gay e alla consacrazione di vescovi donna. Critiche che arrivano nell'omelia che oggi, giorno di Pasqua, pronuncerà il vescovo ultra conservatore André-Mutien Leonard, nella cattedrale di Bruxelles. Il vescovo cita Asterix: «Senza la scena descritta nel Vangelo di oggi (la Resurrezione, ndr) vi assicuro che non saremmo qui, ma a cogliere il vischio nelle nostre foreste celtiche sotto la guida del druido Panoramix». Poi il vescovo denuncia il «silenzio colpevole» della Chiesa sulla pedofilia: «Abbiamo messo la reputazione di certi uomini di Chiesa davanti all'onore di questi bambini violentati, per questo dobbiamo restituire loro la dignità sfruttata, attraverso la forza della verità». Ora tutti puntano il dito contro la Santa Sede e contro il pontificato di Benedetto XVI. Dimentichi, come ricordava giorni fa Navarro Valls in suo articolo, che, durante la Via Crucis del 2005, il cardinal Ratzinger rivelasse con disappunto «Quanta sporcizia c'è nella Chiesa e proprio tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a Lui. Quanta superbia. Quanto autosufficienza!». Dimostrazione che il cardinal Ratzinger aveva affrontato, da prefetto della Congregazione della fede, il problema degli abusi senza nasconderlo. Da lì a pochi giorni sarebbe diventato Papa e, come ha dimostrato, ha affrontato il problema con fermezza e tolleranza zero. Come nessuna altra istituzione ha mai fatto. La strategia degli attacchi, pur non avendo una regia univoca, ha nella cultura laicista e relativista, quella così fortemente osteggiata da Benedetto XVI, il suo fondamento. Ambienti new age, sette e lobby economiche-religiose vogliono distruggere questo Papa, il papato come istituzione e la Chiesa cattolica. Si arriva a chiedere le dimissioni del Papa. Lo fa Liberation, il giornale parigino della gauche, nella prima pagina del numero in edicola stamani, con un editoriale e una copertina che ritrae Bendetto XVI in caricatura. Ma la comunità cattolica inizia a reagire. Comprende che si rischia di tornare nelle catacombe non solo in quei Paesi dove l'integralismo islamico semina la morte. In Occidente, attraverso lo scandalo dei preti pedofili, si vogliono mettere in ginocchio le Diocesi chiedendo risarcimenti miliardari e costringendo, così come già avvenuto negli States, a vendere chiese, conventi e scuole per pagare i processi. Benedetto XVI e la Chiesa Cattolica sono oggi oggetto di «pregiudizi» e «attacchi» ingiustificati e spesso perfino «strumentalizzati» anche quando affrontano coraggiosamente questioni come gli abusi perpetrati su minori da alcuni loro ministri. Lo afferma monsignor Bruno Forte. Secondo il grande teologo e poeta, oggi arcivescovo di Chieti-Vasto, «stiamo attraversando un tempo in cui essa è oggetto di non pochi attacchi e pregiudizi: è una constatazione condivisa da molti che sta crescendo la "cristianofobia" e la stessa cultura erede del cristianesimo pare quanto mai tiepida nel prenderne coscienza e nel reagire a questa sfida». Benedetto XVI dopo la lettera agli irlandesi non ha più affrontato il tema. «Gesù quando veniva insultato non rispondeva», ha solo detto durante le celebrazioni della Settimana Santa. A controbattere ci pensa l'Osservatore Romano che sottolinea la grande vicinanza al Pontefice da parte dei vescovi di tutto il mondo. «Propaganda grossolana contro il Papa e i cattolici», titola il quotidiano vaticano diretto da Gian Maria Vian. Il giornale vaticano riporta con particolare enfasi passaggi dell'omelia dell'arcivescovo di Parigi, card. André Vingt-Trois, per la messa crismale celebrata a Notre Dame. Il porporato denunciava una «offensiva» dei media «che mira a destabilizzare il Papa, e attraverso lui la Chiesa». Ma messaggi di solidarietà - aggiunge l'Osservatore Romano - «arrivano da tutto il mondo» dopo «gli attacchi calunniosi e la campagna diffamatoria costruita attorno al dramma degli abusi sessuali commessi da sacerdoti». «Molti vescovi - aggiunge il quotidiano - stanno esprimendo al Papa la loro vicinanza anche per l'azione risoluta in favore della verità e per le misure assunte per prevenire il possibile ripetersi di tali crimini. Accanto ai messaggi - prosegue - dalla Chiesa giunge anche la dolorosa ammissione delle colpe del passato, a dimostrazione che nessun tentativo intimidatorio potrà comunque distogliere dal dovere di fare chiarezza».  

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