De Lillo: niente casta, si punti sul merito
Adessosuona la carica. Stefano De Lillo, dell'area cattolica del Pdl, non ha perso un giorno di campagna elettorale. È stato lui a fare lezione ai gladiatori del voto (i rappresentanti di lista) e a organizzare volantinaggi e gazebo per sostenere Renata Polverini. Berlusconi vuole giovani e donne alla guida del partito. Che ne pensa? «Non siamo il Pd, non abbiamo apparati burocratici. Berlusconi è stato geniale: da sempre ha puntato su giovani, donne e professionisti. La casta politica non sta col Pdl, è diventato evidente nella campagna elettorale. Dopo lo shock dell'esclusione della lista nel Lazio, quando tutti ci davano per sconfitti, Berlusconi ci ha messo la faccia e ognuno di noi si è dato davvero da fare per vincere queste elezioni». Alla Pisana il Pd ha eletto 15 candidati: tutti uomini e professionisti della politica... «L'abbiamo sempre detto. La maggioranza e la giunta Marrazzo si sono riproposti in blocco. Il Pdl ha scelto una strada diversa, di puntare sui giovani che vengono dall'università e dal mondo delle professioni». Come si può migliorare il partito? «Intanto seguendo le intuizioni di Berlusconi, che ha dimostrato di avere ragione, e poi aprendo ancora di più il partito a tutti i mondi, a tutte le anime, alle persone che hanno voglia di lavorare in un grandissimo movimento popolare che deve includere e rilanciare il merito, l'impegno e il lavoro». Eppure a un anno dalla sua fondazione sembra che quello tra Fi e An sia un amore mai nato. Soprattutto a Roma e nel Lazio c'è rivalità tra le due aree e uno sbilanciamento a favore degli ex aennini. «Dobbiamo migliorare i rapporti. Il nostro partito è unito nei valori, ora deve puntare sul legame tra le persone». Ci saranno problemi per formare la giunta regionale? «Non credo. Sarà fondamentale dare spazio alla classe dirigente romana che rischia di non essere rappresentata». Lei ci sarà? «No. Sono felicemente nel gruppo del Senato, ben guidato da Maurizio Gasparri, e legato all'amico Fabrizio Cicchitto». Che ruolo ha giocato nelle elezioni l'area cattolica di cui lei fa parte? «Fondamentale. Le elezioni del Lazio rendono evidente che la divisione storica dei cattolici in politica non si riverbera mai sui valori. Su quelli l'area cattolica è sempre unita». A. D. M.