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Roma, il patto degli ex An per la Fase 2

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Hanno vinto una scommessa, una gara da correre in salita e con i pesi ai piedi. E ora che sono riusciti a far eleggere Renata Polverini a governatrice del Lazio diventano anche i protagonisti della nuova mappa del potere politico romano. È la squadra che si è stretta attorno alla candidata del Pdl, un mix di ex di Alleanza Nazionale e di Forza Italia, ma che ha poggiato soprattutto su tre esponenti della disciolta An, due deputati – Vincenzo Piso e Fabio Rampelli – e un senatore da poco nominato sottosegretario, Andrea Augello. Tutti e tre romani, tutti e tre insieme, se non proprio in rapporti di amicizia stretta, da quando avevano i calzoni corti, da quando hanno iniziato a fare politica nel Fronte della Gioventù, in Terza posizione, nel Msi. E con loro dovrà fare i conti anche il governo nazionale quando si troverà a trattare con la città. Insieme, nei prossimi mesi, dovranno anche lavorare con il sindaco Gianni Alemanno per rilanciare la capitale, per dargli quello slancio che in questi due anni di amministrazione è in parte mancato. Anche per riuscire a conquistare qualche voto in più a Roma, il vero punto debole del successo alle ultime regionali: Emma Bonino è arrivata al 54,17 per cento, Renata Polverini si è fermata al 45,24. Il terzetto è lo stesso che ha guidato la squadra che ha portato alla vittoria anche il primo sindaco di centrodestra da quando esiste la legge sull'elezione diretta, dal 1993. Un mezzo miracolo nel 2008 – quando Francesco Rutelli era dato per vincitore a mani basse e invece si dovette accontentare di fare, a denti stretti, i complimenti al suo avversario per la conquista del Campidoglio – un miracolo vero e proprio oggi con l'elezione di Renata Polverini. La quale dovrebbe diventare il quarto lato dello schieramento per rilanciare la Capitale. I tre hanno quello che aveva il vecchio Pci e poi i Ds ma che non ha più il Partito Democratico: una conoscenza della città, del territorio, acquisita in anni e anni di attività, dalle battaglie giovanili a quelle in consiglio comunale e regionale. Una «scuola» che già nel 2000, quando Francesco Storace vinse le elezioni regionali ebbe il riconoscimento del guru della sinistra romana, Goffredo Bettini: «Dobbiamo ricominciare da loro, dalla Destra sociale di Storace e Alemanno, dobbiamo studiare quello che sono riusciti a fare sul territorio, la loro presenza sulla città, il rapporto con la gente, quello che noi abbiamo perso». Sono passati dieci anni e quella conoscenza è aumentata ed è stata anche trasmessa ai giovani che sono cresciuti dietro a loro. Fino a formare, anche se la Destra sociale non c'è più, una vera e propria «scuola politica romana» del centrodestra. Andrea Augello, 49 anni, figlio di un generale dei carabinieri, una passione per la storia, è stato consigliere regionale e assessore al bilancio della Giunta Storace. In pratica l'uomo al quale il governatore si è affidato per cinque anni per rimettere a posto i conti della Regione. Nel 2006 è stato eletto senatore, poi di nuovo nel 2008. Ma per Roma ha continuato a lavorare, facendo ottenere lo stanziamento del governo di 500 milioni l'anno, e soprattutto gestendo, insieme al sindaco, il passaggio del patrimonio immobiliare della Difesa all'amministrazione capitolina. Un lavoro giocato in tandem con Maurizio Leo, assessore al bilancio capitolino e sempre in stretto contatto con il neo sottosegretario. E nel comitato elettorale di Renata Polverini, Augello è stato il mago dei numeri, quello che ha pianificato la campagna sulla comunicazione, quello che alle quattro del pomeriggio di lunedì, quando le proiezioni davano Emma Bonino avanti alla candidata del Pdl, ha incrociato i dati che arrivavano dai rappresentanti di lista e ha detto «ragazzi è fatta, vinciamo noi». Con lui c'era Vincenzo Piso, 51 anni, un passato giovanile in Terza Posizione, oggi coordinatore regionale del Lazio del Pdl, entrato in consiglio comunale a Roma nel '97 per uscirne nel 2008 una volta eletto deputato. Undici anni passati a fare opposizione prima a Rutelli e poi a Walter Veltroni, occupandosi principalmente dei problemi della mobilità di Roma.   E con lui infatti, dopo esserne stato collega in consiglio comunale, si confronta l'assessore ai trasporti della Giunta Alemanno, Sergio Marchi. Il terzo, Fabio Rampelli, 49 anni, architetto, ha fatto tutto il cursus honorum, da consigliere comunale – contro Rutelli ha combattuto una battaglia lunghissima, vincendola, contro l'edificazione nel parco di Tor Marancia – a consigliere regionale fino a deputato. Insieme a lui lavorano un altro deputato di An, Marco Marsilio (la cui sorella, Laura, è assessore alla scuola) e l'assessore ai lavori pubblici di Alemanno, Fabrizio Ghera. Un terzetto al quale si affiancano i «romani» di Forza Italia, da Beatrice Lorenzin – deputata e anche lei nel comitato elettorale della Polverini – al senatore Fabio De Lillo. Da tutti loro dovrà ripartire la politica romana. Ma anche il Campidoglio.  

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