Nel Lazio l'inganno del Piano casa
Toccherà al nuovo presidente del Lazio, Renata Polverini, dare il via libera al Piano casa. Lo farà, è uno dei punti a cui tiene di più anche il premier Berlusconi. L'ha ripetuto ancora una volta due giorni fa. La Pisana dovrà preparare una nuova legge. Nuova, sì, perché una norma la maggioranza di centrosinistra l'ha approvata. Giusto per rendere impossibile, di fatto, l'applicazione del piano varato dall'esecutivo. Nella legge stilata dalla passata amministrazione, infatti, sono state inserite alcune restrizioni che ne bloccano l'attuazione, benché l'ex governatore Piero Marrazzo si sia sempre detto favorevole a dare la possibilità ai cittadini di allargare la propria casa. Si dovevano seguire certe regole, ha precisato spesso l'ex presidente, prima fra tutti l'esclusione dei condomini. Ma sarebbe stato possibile anche ai laziali ingrandire la propria abitazione fino al 20% del volume o della superficie. Non è andata così. Nell'estate del 2009, infatti, la Pisana ha preparato la legge per «recepire» il Piano casa e all'articolo 3 ha scritto: «Gli ampliamenti di cui al comma 1 sono consentiti esclusivamente a condizione che l'intero edificio sia adeguato alla normativa antisismica». Significa che prima di buttare giù il muro per fare una cameretta in più, si dovrebbe ristrutturare l'intero edificio per rispettare gli ultimi criteri antisismici. Gli «ultimi», perché nel luglio dell'anno scorso la normativa antisismica è diventata più rigida e ha messo fuori gioco gran parte degli edifici esistenti. Metterli in regola sarebbe un'operazione improba, e dai costi esorbitanti, che di fatto cancella la possibilità di allargare la propria villetta. Ma non è tutto. La legge approvata dalla Regione Lazio crea di fatto una disparità insanabile tra quelli che possono ingrandire la propria casa seguendo le norme urbanistiche e quelli che invece vorrebbero farlo sfruttando il Piano casa. I primi, infatti, non devono seguire la regola che «l'intero edificio sia adeguato alla normativa antisismica» ma semplicemente affidare al progettista il rispetto della legge, che prevede, qualora la nuova struttura non gravi staticamente sull'edificio esistente, di verificare la condizione antisismica unicamente dell'ampliamento. Due pesi e due misure per interventi analoghi: chi si fa la stanza in più con la legge regionale del 2009, perché non ha cubatura a disposizione, deve «caricarsi» l'adeguamento alla normativa antisismica dell'intero edificio, chi invece lo esegue secondo le norme urbanistiche, perché ha ancora cubature a disposizione, deve adeguare alla normativa antisismica solo i nuovi spazi. Ovviamente va ancora peggio a quelli che abitano in villini bifamiliari o più grandi: tutto si moltiplica. La stanzetta in più diventa un sogno. Sarà il nuovo presidente della Regione Lazio ad occuparsene. Renata Polverini ha le idee chiare: «La revisione della legge regionale sul Piano casa è tra le mie priorità. Innazitutto perché anche in questo modo possiamo rispondere all'emergenza abitativa, e poi perché facendo ripartire l'edilizia favoriremo la creazione di nuovi posti di lavoro». Dunque si avvicina il via libera al «vero» Piano casa, un pallino della maggioranza. Non a caso è stato citato dallo stesso presidente Berlusconi nell'ormai celebre discorso di San Giovanni che ha chiuso la campagna elettorale. Un Piano finora «bloccato dalla sinistra» e che invece adesso potrebbe diventare una sponda anche per i progetti del sindaco Alemanno.