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La Cgil ammette «È un segno di arretramento»

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Èquanto rileva la responsabile Pari opportunità per la Cgil Nazionale, Serena Sorrentino, dall'analisi degli eletti nei consigli regionali nella recente tornata elettorale. Una «scarsa presenza» che per Sorrentino, «dal punto di vista democratico è un segnale profondo di arretramento sul terreno della rappresentanza ma anche sul grado di evoluzione dei sistemi regionali». Su questo punto la sindacalista afferma che «se è vero che il voto di preferenza penalizza le donne, occorre riaprire il dibattito sulla democrazia paritaria e sugli strumenti per conseguirla, compresa la revisione dei meccanismi legislativi regionali per eleggere gli organi di governo istituzionale». Per la dirigente sindacale «il ministro delle Pari Opportunità, ancorchè candidata, avrebbe dovuto prima, e a maggior ragione ora, convocare almeno una volta la Commissione Nazionale delle Pari Opportunità tra uomo e donna che, tra l'altro, dovrebbe operare per contrastare ogni forma di discriminazione nella vita politica, sociale ed economica, promovendo anche modifiche agli ordinamenti giuridici». Ma soprattutto, evidenzia Sorrentino, «la mancanza di donne pone problemi rilevanti rispetto all'orientamento delle attività di programmazione e di intervento regionali. Su segmenti importanti della vita economica e sociale come la sanità, le politiche sociali, l'istruzione, la sicurezza, la formazione, il lavoro, su cui hanno competenza le regioni, il fatto che non vi siano donne che possano portare una visione di genere all'impatto delle politiche di sviluppo e nella garanzia dei diritti fondamentali è - conclude - questione che ha implicazioni sociali e culturali profonde». 

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