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Berlusconi conquista Facebook

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«Facebook è una piazza virtuale per presentare e difendere le proprie idee, soprattutto quanto si accende il confronto politico». Detto, fatto. Mai esordio fu più profetico per Silvio Berlusconi. Il presidente Berlusconi ha conquistato il social network più visitato. E lo ha fatto per ringraziare gli elettori del Pdl dopo il voto delle regionali. I commenti al discorso del presidente del Consiglio su Facebook (oltre 1200 in poche ore) si sono moltiplicati in pochi minuti, trasformando le pagine web in un'arena di scontro e di confronto tra oppositori e fan di Berlusconi. Quello di ieri è stato l'esordio del Cavaliere sulla rete. Primo nella storia dei presidenti del consiglio italiani, il premier affida un messaggio a Facebook per ringraziare gli elettori del Pdl del voto alle regionali: un intervento audio sulla bacheca virtuale de "Il Giornale" che divide gli internauti del conosciutissimo social network. Rivolgersi direttamente alla gente, «ascoltare i nostri elettori». È un'idea che in passato Silvio Berlusconi ha spesso fatto sua, come quando con una storica registrazione video annunciò in tv la sua «discesa in campo», e che ha ribadito anche in questa ultima campagna elettorale per rilanciare il tema delle riforme. Riforme, il tema è ancora questo. L'imperativo dei prossimi tre anni. «Riforma dello Stato, una grande e profonda riforma della giustizia, l'ammodernamento del fisco». La novità è che il periodo di «tregua elettorale» che secondo Berlusconi permetterà finalmente di avviarle, sfrutterà anche la rete per ascoltare i suggerimenti dei cittadini nella loro stesura. E visto che viene coinvolto internet, è sul web che il presidente del Consiglio lo annuncia: «Useremo internet e Facebook prestando a voi la massima attenzione. Insieme faremo una grande rivoluzione liberale per rendere il nostro paese più moderno e più libero». Una decisione che prende spunto dalla convinzione del premier «che quando si interviene su temi così importanti è fondamentale ascoltare i suggerimenti dei cittadini e formulare scelte in sintonia col sentire del popolo». Sempre a Internet il premier affida un altro messaggio, rivolto questa volta ai "Promotori della Libertà" del ministro Michela Brambilla. Consegna loro il «compito di comunicare agli italiani il lavoro svolto dal Governo e dalla maggioranza» e gli chiede di divenire «una struttura radicata e capillare schierata al nostro fianco» sul territorio. La sortita telematica del Cavaliere scatena una vera e propria "battaglia" sul web. I commenti al suo discorso si moltiplicano in pochi minuti: in meno di un'ora sono oltre 350 e nel tardo pomeriggio oltrepassano quota 1200, trasformano le pagine web in un'arena di scontro tra oppositori e fan. I commenti si trasformano in una serie di insulti e difese a oltranza. I più attivi sono gli "oppositori": c'è chi accusa Berlusconi di essere «populista» o «piduista», chi lo invita a «farsi processare» più che pensare alle riforme, addirittura c'è chi inneggia a «Tartaglia». Ma anche i sostenitori del presidente del Consiglio si fanno sentire: «Avanti così, Silvio», scrivono. «Ora le riforme», «La sinistra prova solo invidia e odio», replicano altri. Le "consultazioni" sul web, insomma, sembrano riproporre lo schema di una lacerazione tra anti-berlusconiani e berlusconiani ma più aspra al punto da da far rimpiangere il Parlamento. Se le riforme dovessero davvero tener conto del web, il cammino sarebbe davvero in salita. Il premier sembra comunque voler bypassare le rigide strutture di partito e rivolgersi in forma diretta alla gente. Non sono in pochi a notare la concomitanza con il lancio 'web' di Generazione Italia, l'associazione presieduta da Italo Bocchino e vicina al presidente della Camera Gianfranco Fini, "affogato" sul nascere dalle dichiarazioni sul web di Berlusconi. Un caso?

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