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Tarzia: ho dimostrato che anche noi prendiamo voti

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«Le donne hanno una marcia in più. Nessuno lo può negare e io ne sono un esempio». Olimpia Tarzia è felicissima. Proprio lei che quando Renata Polverini le chiese di candidarsi nella suo lista si dimostrò titubante, oggi si gode il successo. Ha ottenuto 21.545 preferenze conquistandosi così la maglia d'oro delle donne più votate del centrodestra laziale e assieme alle altre sette elette nel listino di Renata Polverini va a formare la squadra rosa della neo presidente alla Pisana. Consigliere Tarzia, alla fine ha scelto di candidarsi, cosa l'ha spinta? «Sarà paradossale, ma la cosa che mi ha fatto propendere per candidarmi è stato sapere che dall'altra parte si candidava Emma Bonino». Una donna che fa la guerra ad un'altra donna quindi? «Certo. Io sono molto legata ai temi cattolici. Quando Renata mi chiese di candidarmi non ne ero sicura. Appena ho saputo che si era candidata la Bonino, ho accettato e ho iniziato una campagna elettorale facendo di tutto per fermarla. Bisognava scongiurare una deriva radicale sui temi etici e della famiglia. E i risultati si sono visti». Questo significa che anche le donne riescono a prendere voti e a vincere? «Sicuramente. Io l'ho dimostrato. E poi votare una donna è una garanzia perché noi riusciamo a trovare sempre e prima le soluzioni ai problemi». Eppure in consiglio regionale non ci saranno molte elette... «Questo è vero. Ufficialmente io sono l'unica del centrodestra che entrerà in consiglio perché votata. In Italia, purtroppo, c'è un problema: non si facilità l'ingresso in politica delle donne» Però ci sono le quote rosa. «Sì, ma non basta. Bisogna cambiare il sistema e rendere la politica più vicina alle donne costringendola ad adeguarsi alle loro esigenze. Non dimentichiamo che le donne sono anche madri e questo, se si vuole avere un ruolo istituzionale, rende più difficile il nostro impegno». La Polverini sta già pensando alla giunta. Quante donne ci saranno? «Bé, la legge regionale prevede che un terzo degli assessori siano donne. Io dovrei essere tra quelle». In che ruolo? «Mi piacerebbe, per storia personale, essere a capo delle Politiche familiari, ma per ora non ci penso. Intanto godiamoci questa storica vittoria».  

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