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L'Osservatore vede la Lega

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Vaticano

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Si sono stracciati le vesti. Hanno gridato allo scandalo perché la Chiesa era scesa in campo. Alla fine i più votati anche nel Pd sono proprio i politici che si richiamano ai principi cristiani. Bruno Astorre, nel Lazio, porta a casa oltre 22mila preferenze; Franco Dalia è forte di 11.306 voti. Dietro di loro Marco Di Stefano, Mario Mei, tutti di estrazione cattolica, tutti figli della Margherita confluiti nei Democratici senza anima. Nel Lazio, come del resto in Piemonte, ma il discorso vale anche per tutto il Nord, hanno vinto i temi etici. Il grido di allarme lanciato dai vescovi ha risvegliato le coscienze. Nell'urna è finita così la difesa dei «valori non negoziabili» su cui si fondano tutti i diritti umani e civili. L'indisponibilità della vita e la dignità della persona in ogni momento e condizione, dal concepimento alla morte naturale ha contato forse più del partito. Non è un caso che Olimpia Tarzia, tra i fondatori del «Movimento per la vita italiano», sia scesa in campo nella Lista Polverini proprio per constrastare la deriva laicista e abortista della Bonino. È risultata la prima di tutti gli eletti a Roma, unica donna della coalizione di centrodestra. Ben 21.545 le preferenze conquistate grazie al suo impegno già prima della candidatura. «I cittadini del Lazio hanno votato per la difesa dei valori fondativi della società italiana, della nostra cultura e dell'antropologia cristiana», ha detto la neo-consigliera regionale Olimpia Tarzia ringraziando gli elettori. Il suo sarà un ruolo di governo, come promesso dalla Polverini, per garantire la difesa di quei valori cattolici dei quali è paladina da sempre. L'importanza dell'impegno dei cristiani in politica è stato ribadito ancora ieri dal Consiglio permanente della Conferenza episcopale. Soprattutto, l'accento è stato posto sulla «stoffa delle persone e sui valori di riferimento» che non possono prescindere dal credo cristiano. Per questo la scelta non poteva che cadere, nel Lazio, che sulla candidata del Centrodestra Renata Polverini. Nel suo programma ha messo in primo piano il rispetto della vita e dalla famiglia e del matrimonio tra uomo e donna. Unioni gay, aborto, eutanasia non hanno trovato sponda nei cittadini che, nel momento di crisi della politica, hanno voluto affidarsi ad amministratori che pongono al primo posto quei valori che «rappresentano la ragione e la missione dei cattolici nell'azione politica e sociale» in Italia. Lega Nord sopra tutti con il suo radicamento nel territorio. Le gerarchie della Chiesa e lo stesso Osservatore Romano, nell'analisi del voto pongono l'accento proprio sull'affermazione della Lega, unica tra le forze politiche a crescere in modo considerevole, anche a scapito del Pdl. Il successo della Lega Nord, secondo il giornale vaticano, potrebbe «avere esiti da verificare in merito agli equilibri con il Pdl, o almeno con parte di esso, soprattutto in previsione di una delicata stagione di riforme istituzionali che da più parti si invoca». Ma la Chiesa richiama i partiti a riflettere sull'astensionismo. È un partito rilevante, che lancia alla classe politica tutta, maggioranza ed opposizioni, un messaggio chiaro e forte. «Bisogna lavorare, senza alibi - scrive la Cei - non serve nulla di straordinario, bisogna far funzionare le cose, nel rispetto delle persone e delle regole». Così si ribadisce che i «valori non negoziabili» sono il fondamento e la garanzia di altri valori come il diritto al lavoro e alla casa; la libertà di impresa; il rispetto del creato; la libertà dalla malavita, in particolare quella organizzata. Temi che sono ampiamente trattati nella lettera «Annuncio e catechesi per la vita cristiana», un decalogo per l'attività sociale e politica dei cristiani di prossima pubblicazione. Dove si sottolinea la necessità di una costante attenzione ai contenuti della dottrina cattolica.

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