Touadi: "Basta polemiche"
Augello: "Sono in malafede"
«In questa campagna elettorale sia chi ha governato il Lazio sia chi è stato all'opposizione non è riuscito a spiegare le sue ragioni. Ancora una volta siamo andati a votare con l'ideologia». Il deputato del Pd Jean Leonard Touadi è deluso e per niente sorpreso che la partita regionale finisca nel caos. Onorevole Touadi, si aspettava che la contrapposizione politica arrivasse anche dentro ai seggi? «È la prima volta che c'è una situazione del genere, che finisce per dare un senso di incertezza ai cittadini. Io studio la politica internazionale, soprattutto le democrazie non consolidate. Certo in Italia questo delle liste è un caso davvero inedito». Crede che ci saranno ricorsi anche dopo il voto? «Non me lo auguro ma a quanto emerge dal quadro generale e dalle dichiarazioni di tanti esponenti non mi meraviglierei se ci fossero». Dunque ci saranno ancora contrapposizioni tra le forze politiche... «Tutti abbiamo sperato di entrare nell'era post-ideologica invece ci ritroviamo ancora il Paese diviso tra guelfi e ghibellini, come sempre. Io seguo molto la Francia e resto ammirato come quelli che nelle elezioni passate hanno dato fiducia a Sarkozy ora abbiano scelto le ricette socialiste. Questo significa aver superato le ideologie». Che succederà nel Pd e nel Pdl dopo le elezioni? «Da avversario della destra credo che nel Pdl dovrebbe esserci una riflessione profonda per completare l'amalgama tra Fi e An. Anche noi dovremo riflettere sulla candidatura della Bonino, che potrebbe vincere una regione fondamentale e che non è del Pd. Questo insegna che il partito deve sempre di più aprirsi agli altri e alla società civile». Si discute tanto delle regole del voto. Lei che ne pensa? «Le norme devono essere semplificate il più possibile, affinché siano chiare a tutti, non solo a chi fa politica tutti i giorni. Inoltre dobbiamo superare le divisioni sulle regole del gioco, che devono essere condivise». Ma se lei fosse presidente di seggio assegnerebbe il voto al centrodestra nel caso sulla scheda oltre alla croce su un partito che sostiene la Polverini ci fosse il nome di un esponente del Pdl che non è candidato? «No. La norma che regola questo caso è chiara. Mi dispiace che un elettore di Pomezia non possa votare Celori, tanto per fare un esempio, ma purtroppo è andata così».