Pier senza centro di gravità
Sperava di frenare l'avanzata leghista al Nord e non gli è riuscito: l'Umberto è lì in tv a esultare. Sotto sotto sognava il declino di Berlusconi e Silvio è vivo e vegeto e anche stavolta se ne esce da questo voto pure rafforzato. Non può stappare bottiglie di champagne e manco di spumante Pier Ferdinando Casini. Anche se pure lui non cede alla tentazione, tutta italica, di cantare vittoria sempre e comunque: «Siamo decisivi ovunque dove abbiamo scelto i candidati migliori e miglioriamo rispetto alle precedenti amministrative», dice il leader dell'Udc al Tg1. E aggiunge: «L'enorme astensionismo conferma le nostre valutazioni sul bipolarismo, così come altre due valutazioni: la Lega straripa, e il governo avrà sempre di più l'egemonia del Carroccio, mentre dall'altra parte il Pd sarà condizionato sempre di più da Di Pietro e dal fenomeno dei grillini». In realtà il primo dato che colpisce è che l'Udc perde consensi. Cala soprattutto al Nord. In compenso vince in almeno sei Regioni (non governava da nessuna parte), ricostruisce una rappresentanza regionale che di fatto era stata sfaldata dagli ultimi accadimenti. In particolare da un vero e proprio esodo di consiglieri. Veniamo ai voti. L'Udc, nel raffronto con le Europee di un anno fa, perde due punti in Piemonte, oltre un punto in Lombardia, uno e mezzo in Veneto, uno in Liguria. Perde anche un punto in Emilia Romagna, 0,2% in Toscana, quasi uno in Umbria (dove invece Paola Binetti si regala un successo personale) e, uno e mezzo nelle Marche. Ne perde addirittura tre in Puglia. Nel Lazio, nonostante l'assenza del Pdl a Roma, l'Udc conferma appena il risultato di un anno fa: guadagna circa un punto percentuale in tutte le provincie ma segna una flessione nella Capitale. Storace si condede anche uno sberleffo: «A Roma siamo addirittura sopra l'Udc, Alemanno dovrà riflettere sul dato profondamente diverso tra la capitale e la sua provincia». Poi ci sono le note liete: +0.2% in Campania, +1.3% in Basilicata e +1 in Calabria. Va al governo in Liguria, Marche, Campania, Calabria e Basilicata e nel Lazio. Bocciata invece l'ipotesi di intesa con la laica Bresso: all'elettorato cattolico non è piaciuto e il richiamo della Cei si è fatta sentire visto che a Torino i centristi erano alleati pure coi radicali. L'Udc perde tre punti in Puglia. Non siglando l'accordo con il Pdl, consegna la vittoria a Nichi Vendola che pure aveva fortemente contrastato: se la neocentrista Adriana Poli Bortone si fosse alleata con il centrodestra, la sinistra non avrebbe vinto. Tanto che Casini si becca l'ironia di Ignazio La Russa: «Non so se oggi siano molto contenti di essersi alleati con la Bresso, non so se siano contenti di aver regalato la Puglia a Vendola... Non ho capito queste scelte, loro liberi di farle. Contenti loro, contenti tutti, ma credo che non saranno contenti gli elettori moderati dell'Udc». E Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato, si spinge oltre: «L'Udc ha sbagliato fronte. Deve uscire dallo stato confusionale in cui si trova perchè l'unico risultato che ha ottenuto è stato quello di favorire candidati che hanno una visione politica contraria a quella dei centristi, come ad esempio Vendola in Puglia». Non la pensa così invece Renzo Lusetti, ex Pd oggi Udc, che spiega come l'affermazione del Carroccio al Nord «ci preoccupa perché da oggi in poi il governo e la maggioranza saranno ostaggio della Lega e ci sarà un governo Berlusconi-Bossi». Per Lusetti «una campagna elettorale basata sul gossip» ha provocato la disaffezione degli elettori, ma con tutto ciò «il Pdl è ai suoi minimi storici, anche il Pd ha perso qualcosa, mentre noi siamo vicini al 6%, ossia più delle ultime Regionali e delle ultime Politiche». Quanto alle future alleanze «dovremo riflettere». Casini sistema un bel po' di bandierine. Insomma, si riappropria dle radicamento del territorio. Forse un punto di partenza per il futuro. Ma il suo progetto dovrà essere necessariamente rivisto.