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Nell'urna scelta di fede

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Una suora esprime il voto

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Una scelta di fede. Su candidati credibili per il rispetto della vita umana. L'elettorale cattolico non ha avuto dubbi. Il successo in Piemonte e nel Lazio dei candidati del Centrodestra ne è conferma certificata. Due temi non hanno funzionato. In Piemonte la sperimentazione della «Ru 486», la pillola abortiva; nel Lazio la candidata governatore Emma Bonino con le sue battaglie per l'aborto. Entrambi non hanno trovato il sostegno degli elettori. Una vittoria che qualcuno assegna alla discesa in campo dei vescovi. Ma l'appello di Bagnasco è stato un memento di quei valori che devono sempre ispirare chi crede ed è nella Chiesa. Valori come famiglia, lavoro, rispetto dei diversi e della vita umana in ogni suo istante. Valori che i cittadini-elettori hanno ritrovato solo in alcuni partiti. Neppure in quell'Udc aggrappata al suo scudo crociato che richiama altri tempi. Storie di un secolo fa. Oggi i cristiani vanno oltre il semplice simbolismo. Sono i fatti che contano. La Chiesa è scesa in campo e non poteva essere diversamente perché il Cristianesimo è fondamento della politica. Il Cristianesimo non è mero assistenzialismo. È un modo di vivere che non può disinteressarsi delle istituzioni: politica, economia, educazione. Nell'urna è finito tutto questo. Non ha riscosso successo il laicismo spinto di chi vuole tenere lontana la Chiesa dalla società e allo stesso tempo tira la veste al Papa quando questi punta il dito contro le scelte del governo Berlusconi. Roma ha votato Bonino: una scelta che non si può considerare contraria alla Chiesa. Fa parte di quello spirito antico dei romani, venato di ironia, che da sempre li vede critici verso i preti e allo stesso tempo pronti a difendere il Papa. La Bonino, però, non rappresentava appieno questo sentimento. Troppo «radicale» nelle opinioni. Fuori tempo le dichiarazioni di Pannella, leader indiscusso dei radicali: «Nel Lazio, in Puglia e in Piemonte, come per tutto il decennio delle grandi riforme, il mondo cattolico è stato con noi e non con il Vaticano che, in questo momento, ha altri guai». Così alla fine ha vinto la Polverini senza troppa gloria per l'Udc. Gli elettori hanno votato chi difende la vita, il lavoro, i deboli come aveva detto il cardinal Bagnasco. Come dice la Chiesa da duemila anni. Il monito del «generale» Bagnasco è giunto in tempo per ricordare ai cristiani un po' tiepidi, un po' sepolcri imbiancati che la fede non è un passatempo. I valori vanno difesi sempre. La scelta politica è scelta che ha a che fare con la fede. La redenzione della politica non passa attraverso l'anti politica. Il riscatto parte dall'impegno. Benedetto XVI parla della necessità di nuovi «politici cattolici». Lo stesso hanno fatto i vescovi e i loro interventi hanno sì indirizzato le scelte del voto. Una nuova classe di amministratori della cosa pubblica così come Papa Ratzinger l'ha declinata nell'ultima enciclica «Caritas in veritate». L'agire nella società avendo come faro Cristo e la croce. E la collaborazione solidale nel lavoro, nella famiglia non poteva avere candidata più rappresentativa di Renata Polverini. Donna semplice ed energica. Donna che non si è vergognata di affermare il suo essere «cattolica» in un mondo dove la fede viene interpretata come debolezza, quando non viene bollata come espressione di integralismo oscurantista. Almeno lei, Renata Polverini, non si ricorda di essere cristiana a comando: nelle dichiarazioni che finiscono sul tg. Il suo stile di vita, il suo impegno nel sindacato e il suo affrontare nella campagna elettorale quei temi sociali che sono il fondamento del Cristianesimo sono stati una garanzia per i molti che si riconoscono nelle parole dei vescovi. Il risultato del voto ha bocciato le ipocrisie. Ha dato successo a chi si è impegnato perché i valori cristiani siano sempre presenti. Le parole dei vescovi, quelle dei parroci che hanno sostenuto «scelte etiche», sono state da stimolo per coloro, stanchi dei cattivi politici, e hanno premiato il coraggio del cambiamento. Il coraggio di dirsi cristiano. Contro chi si appoggia a frange estreme che minacciano. Nascondendosi dietro lettere anonime come quella ricevuta dal cardinal Bagnasco appena due giorni fa. La sfida è appena cominciata. La fede si deve professare ogni giorno e gli amministratori che il voto cattolico ha premiato dovranno farsi carico di questa investitura. Non solo, i vescovi hanno invitato ad andare a votare: non è morale astenersi dal voto in quanto dovere fondamentale di ogni cittadino. Il programma della Polverini conteneva i valori cristiani. Lo stesso per il candidato in Piemonte Roberto Cota espressione di quella Lega così radicata nei valori antichi dove essere cristiano, nonostante gli scivoloni pagani di certe manifestazioni, è un credo irrinunciabile. Non è un caso che tra i candidati che hanno sottoscritto il Forum delle associazioni familiari per una «Regione a misura della famiglia» gran parte siano stati del Pdl e della Lega.

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