Berlusconi: "Questa è la mia vittoria"
"Sono sceso in campo e questa è la mia vittoria", confida Silvio Berlusconi quando diventa definitivo anche l'ultimo dato, quello più atteso, che a sorpresa attesta la vittoria di Renata Polverini su Emma Bonino. Il centrodestra batte al fotofinish il Pd anche in Lazio ed in Piemonte, dove Roberto Cota ha la meglio su Mercedes Bresso. E con le vittorie in Lombardia, Veneto, Campania e Calabria, il premier sente di aver vinto in pieno la scommessa fatta gettandosi anima e corpo nella campagna elettorale, nonostante le inchieste giudiziarie, le baruffe tra alleati, le arrabbiature sulla mancata presentazione delle liste Pdl in Lazio, le liti sul milione di piazza San Giovanni. L'ASTENSIONISMO NON PESA SUL GOVERNO - Mentre la Polverini festeggia la vittoria in piazza del Popolo e prima di tutto ringrazia il premier che per lei si è speso in campagna elettorale, Berlusconi torna a Palazzo Grazioli e gusta fino in fondo quella che sente anche come una vittoria sua personale, una investitura forte ad andare avanti nei prossimi tre anni di governo, decisivi per le riforme. L'astensionismo che preoccupava il premier non si è rivolto come in Francia solo contro il governo, ma ha penalizzato anche l'opposizione. Non spaventa il premier il successo della Lega, "alleato fedele" con cui stringere un rapporto sempre più forte e con il quale "si vince". DALL'11-2 DEL 2005 AL 7 A 6 - Il Carroccio ha fatto cappotto nel Veneto con Luca Zaia, ha vinto il testa a testa in Piemonte con Roberto Cota, si è irrobustito in Lombardia e in tutto il Nord. Ma se è vero che i voti si pesano e non si contano, le sei regioni conquistate dal Pdl, per numero di abitanti e prodotto interno lordo, consentono a Berlusconi di andare a testa alta al confronto con gli avversari di centrosinistra, che nel loro carniere hanno sette governatori. E in più consentono al centrodestra di avere la maggioranza nella Conferenza Stato Regioni, cosa della quale il Cavaliere è particolarmente felice. IL CARROCCIO SI RAFFORZA - Il presidente del Consiglio aspetta domani per commentare in pubblico la vittoria del centrodestra, ma con chi gli parla non riesce a contenere la gioia per la vittoria nel Lazio, che arriva nonostante la "assurda esclusione" della lista del Popolo delle Libertà, quindi del partito di maggioranza relativa. Berlusconi è quindi contento e si mostra affatto preoccupato del successo di Bossi, l'alleato che ha portato con sè sul palco di piazza San Giovanni. Il Carroccio ha fatto en plein con un'identità più forte e marcata di quella del Pdl, adesso certo chiederà di accelerare sulla attuazione del federalismo fiscale. Avrà forse pretese sul ministero dell'Agricoltura che Zaia lascia, quando tra qualche settimana si riaprirà il giro di poltrone che dovrebbe includere anche la guida delle Ferrovie dello Stato, altri sottosegretari e ministeri. Ma Berlusconi si fida e preferisce gioire del risultato leghista. DIARCHIA BOSSI-BERLUSCONI? - Anche se c'è già chi parla di "diarchia" Berlusconi-Bossi, il Cavaliere sa che ora nessuno potrà metterlo sulla graticola per aver investito con la sua spada candidati leghisti in Veneto e Piemonte. Nè gli dispiacciono gli spazi sottratti al Pd e conquistati dalla Lega nelle regioni del centro-nord, tradizionalmente di centrosinistra. In Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche e Basilicata la sconfitta della maggioranza è secca, ma era stata messa in conto, visti i candidati di bandiera schierati in campo. Nette invece le vittorie dei candidati di centrodestra in Campania, Stefano Caldoro, e in Calabria, Giuseppe Scopelliti. UDC SCONFITTO - In Puglia, di certo il ministro Raffaele Fitto dovrà rendere conto al premier della sconfitta del suo beniamino, Rocco Palese, che Berlusconi ha obtorto collo dovuto preferire ad Adriana Poli Bortone, poi diventata candidata governatrice dell'Udc. Berlusconi si consola tuttavia pensando che l'Udc non è stato determinante come pretendeva e Pier Ferdinando Casini ha visto sconfitta la sua politica nelle regioni dove ha messo in campo la suggestione del "laboratorio politico" con la sinistra. CAMBIA IL RAPPORTO CON FINI - Intanto il risultato, se confermato, peserà certamente nei rapporti tra Berlusconi ed il co-fondatore Gianfranco Fini, che durante la campagna elettorale ha fatto pesare più di un distinguo rispetto al premier ed ha annunciato, a sole due settimane dal voto, la nascita del nuovo "pensatoio" Generazione Italia. In vista dei prossimi tre anni di governo, decisivi per le riforme, Berlusconi e Fini dovranno rinegoziare i rispettivi spazi nel Pdl ed il risultato delle regionali - che il premier ha molto personalizzato senza timore di contraddire Fini su temi come l'immigrazione - avrà certo il suo peso. E per il Cavaliere adesso anche chi più gli è lontano tra gli ex di An non potrà non riconoscergli la leadership.