Augello: "Sperano di vincere barando"
«Questa è una campagna elettorale che la sinistra ha impostato per vincere non grazie al consenso ma con gli inghippi. Non glielo possiamo permettere». Andrea Augello è tra i politici più pacati del Parlamento. Stavolta però, entrando nell'ennesima polemica che divora anche il giorno del voto, perde un po' del suo aplomb. Senatore, sottosegretario, coordinatore della campagna elettorale della Polverini, spiega perché la scheda di chi scrive il nome di un consigliere regionale che non c'è, avendo espresso la preferenza anche per il presidente, non deve essere annullata. Come invece chiede il centrosinistra. «Sbagliano. Nelle elezioni amministrative ci sono sempre state schede che riportavano nomi di politici famosi ma che non partecipavano a quel voto. Berlusconi, Fini per esempio. Ma non per questo sono state annullate». Però le istruzione del ministero dell'interno sono chiare: non possono essere considerati validi i tagliandi che hanno nomi diversi da quelli dei candidati. «Nessuno contesta quella norma. Qui però si parla della possibilità che qualche elettore scriva un consigliere regionale che non c'è. L'elemento di notorietà è evidente, non c'è alcuna volontà di farsi riconoscere. Chi lo scrive lo fa in perfetta buona fede, il voto non può essere considerato in dubbio. Anzi, casomai è un rafforzamento della propria decisione». Il centrosinistra però dice che è l'ennesimo tentativo di cambiare le regole a partita già iniziata. «Guardi anche le circolari del ministero dell'interno mandate ai presidenti di seggio spiegano che bisogna tener conto della possibile "ignoranza" del cittadino. E che va salvaguardato il "favor voti"». Ma ci sono dei precedenti a un caso come questo? «Tantissimi. Diciamo che esiste un "entusiasmo elettorale" che a volte spinge l'elettore a scrivere il nome di politici famosi. Nel Lazio poi, con l'esclusione della lista del Pdl, è facile che ci siano persone che in perfetta buona fede sono convinte di esprimere una preferenza per chi magari fa il consigliere regionale da 15 anni e che invece stavolta non è presente. E non per colpa sua». Così però si apre la strada, da domani, a una valanga di contestazioni sulle schede. «Assolutamente no. I presidenti di seggio hanno le istruzioni del ministero e le devono applicare. Altrimenti contesteremo». È una campagna elettorale che si chiude come era iniziata, in mezzo alle polemiche. Come mai? «A me pare che stavolta la sinistra abbia esagerato. Ci hanno fatto escludere la lista e ora vogliono anche dettare le loro regole del voto. Se ci annullano due schede a sezione sono oltre ottomila preferenze in meno. Così si cambia il risultato».