Polverini: "Taglierò Irpef e Irap"
Si leva il cappotto color cammello, la sciarpa vola via su una sedia e si lascia andare su un divanetto nel suo ufficio al comitato Laboratorio Lazio. Renata Polverini prova a prendere fiato. La stanza è diventata un piccolo museo della campagna elettorale. C'è un quadro in cui lei è raffigurata come in un dipinto di Andy Warhol. Ci sono le foto del corteo, Renata con il megafono a un'altra manifestazione. Immagini di un panorama, opera di una fotografa che ha vinto un premio e gliel'ha regalata. Amuleti. Poi fiori. Tanti fiori. Torte, dolci. All'ora di pranzo si festeggia, non si sa cosa. C'è un'atmosfera di inspiegabile irragionevolezza, un misto di entusiasmo, esaltazione e depressione tipico dei comitati elettorali a due giorni dal voto. Quale sarà il primo provvedimento se sarà eletta? «Sarò eletta, di questo sono sicura. Vinceremo le elezioni». Va bene, il primo giorno da governatrice. Quale sarà il suo primo provvedimento? «Si comincia con il piano casa. Ovviamente pensiamo di modificare l'attuale legge regionale e di affrontare subito l'emergenza abitativa per garantire una casa alle famiglie in difficoltà». A lungo si è parlato di riduzione delle tasse. Lei oggi conclude la campagna elettorale con il presidente Berlusconi. Sarà annunciato un taglio? «Noi abbiamo scelto di fare una campagna elettorale senza promesse. Abbiamo detto quello che faremo. E appena vinto diminuiremo le tasse su imprese e famiglie». In particolare quali tasse e in che misura? «Per ciò che riguarda l'Irap la porzione incrementale della base imponibile sarà detassata nei limiti dell'1%. E lo stesso per quanto riguarda l'Irpef. Questo è quello che faremo nei primi cento giorni di governo, poi ci sarà un piano più ampio». E che cos'altro farete nei primi cento giorni? «Per la sanità abbatteremo le liste di attesa. Subito. Poi, più avanti, faremo un piano ampio che punterà alla riduzione delle Asl da dodici a otto e infine a sei con il taglio netto degli sprechi. La giunta di sinistra finora ha tagliato solo i posti letto e i servizi». Senta, nel primo giorno alla Regione farà benedire il suo ufficio? «Ho fatto benedire anche il comitato...». I temi etici, contrariamente all'inizio, sono diventati centrali nella campagna elettorale. Perché? «Ci sono dei chiari valori di riferimento che separano la mia candidatura dall'altra. Io ho un rispetto della vita, una considerazione della famiglia che sicuramente è opposta a quella che ha l'altra parte». In campagna elettorale è rientrato in campo, in un certo qual modo, l'ex governatore Piero Marrazzo. Perché non commenta il caso dei trans? «Perché sono una persona per bene e seria. Avevo detto dall'inizio che non avrei parlato di questa questione che considero una tragedia sul piano umano e ho mantenuto la parola che ho dato. Nella consapevolezza però che tutti ricordano l'uscita di scena». Ma lei non ha espresso nemmeno un giudizio sulla giunta uscente. Che cosa ne pensa? «Purtroppo abbiamo parlato soprattutto di liste. Incontrando gente mi pare evidente che le persone hanno chiaro il fatto che questa giunta di sinistra non ha risposto ad alcuna emergenza di famiglie, lavoratori, imprese. E si vede, abbiamo una sanità al collasso: basterebbe purtroppo solo questo. Marrazzo ha solo ridotto i posti letto, chiuso gli ospedali, reintrodotto i ticket, ha portato le addizionali regionali Irap e Irpef a livello più alto di tutta Italia». La Bonino dice che il suo vero avversario è Berlusconi. Lei si sente commissariata dal premier? «Penso che la Bonino continui ad essere scortese, io non lo sono». Oggi (ieri ndr) al suo fianco ritrova Fini. S'è sentita abbandonata da lui? «Ma per carità, che cosa dice? Fini ha un ruolo istituzionale e mi pare ovvio che rimanesse fuori dalla contesa». Ma lo ha sentito durante la campagna elettorale? «Certo che ci siamo sentiti». Lei si è ritrovata in mezzo tra Gianfranco e Berlusconi. È stato il ruolo più difficile della campagna elettorale? «Guardi, penso che alla fine prevalga sempre l'interesse del Pdl. Che è il partito che assieme hanno costituito. Per parte mia spero di aver aiutato a unire». Se lei dovesse vincere, come formerà la sua Giunta? «Come "se"? Noi vinciamo sicuro e adotteremo un unico criterio, quello della competenza e della capacità». E se invece dovesse perdere resterà in consiglio regionale? «Aridaje. Non esiste questa ipotesi. Comunque io non ho altri incarichi come la mia concorrente, quando faccio una cosa mi dedico solo a quella». Quali sono le tre fotografie di questa campagna elettorale che porterà sempre con sé? «Solo tre? Ho girato tantissimo e ho vissuto momenti importanti, commoventi. Per esempio quello con i ragazzi colpiti da disabilità che mi hanno chiesto di aiutare le loro associazioni. Ho passato con loro delle ore straordinarie. Ne ricordo uno in particolare, Eugenio, che ha fatto un gesto che non dimenticherò mai». Che cosa ha fatto? «Eravamo a Magliano Sabina. Mi ha seguita tutto il giorno e mentre eravamo al Comune ho starnutito, lui è scattato e mi ha portato un fazzoletto. Mi ha commosso. Ma penso anche alle imprese che hanno fatto una grande fatica e hanno tenuto in questi anni di crisi. Ricordo le scene che porterò con me, sono quelle delle tante persone che ho visto negli ospedali. Ho visto in un ospedale di Roma venti persone in barella che avevano solo una scaletta per scendere. Ecco, non posso dimenticare e non sarò serena fin quando non avrò risolto quei problemi». Da governatrice continuerà a girare per gli ospedali? «Assolutamente sì. Se ti vuoi occupare e dare risposte a problemi concreti non devi mai interrompere il rapporto con le persone e i territori».