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L'ultimo assalto prima del voto E sui manifesti torna Marrazzo

Il volto di Piero Marrazzo sui manifesti elettorali contro la lista di Emma Bonino (Foto Gmt)

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Sono spuntati negli ultimi giorni. E sono i più aggressivi. Il Pdl del Lazio ha riservato alla fine della campagna elettorale i manifesti in cui si attacca la passata Giunta regionale. Nessun riferimento alle vicende personali dell'ex presidente, nei cartelloni vengono elencati gli insuccessi di cinque anni del suo governo. Almeno in quelli del Pdl. Perché da alcuni giorni a Roma sono comparsi anche i poster che fanno un riferimento più esplicito alla storia che ha visto coinvolto Piero Marrazzo. Ma dal comitato elettorale del Pdl nessuno ne sa nulla. Non ci sono simboli, nessuna scritta. Solo un eloquente «Ti puoi fidare?» e sotto un ritaglio della prima pagina de L'Unità con il titolo «Lui si è dimesso» e a seguire «ma la sua Giunta è tutta con la Bonino». Un manifesto senza paternità. Ma che non si fa fatica a immaginare che venga da qualche partito che appoggia Renata Polverini anche se nel cartellone non c'è traccia di simboli. I manifesti del Pdl denunciano invece tutti gli errori della passata amministrazione. Su uno sfondo uguale – «Marrazzo-Bonino, stessa gente stesso declino» – i poster elencano ognuno un insuccesso, dall'impressionante debito sanitario accumulato dalla Regione alla «disfatta» sullo smaltimento dei rifiuti, con l'80 per cento di mancata raccolta differenziata fino alla percentuale (il 7 per cento) di famiglie povere nella Regione. E insieme ai poster sono stati stampati migliaia di volantini – che riportano tutte le cifre degli insuccessi del centrosinistra – e che vengono distribuiti in questi giorni. Manifesti aggressivi, incalzanti, in una campagna elettorale nella quale invece il Pdl ha preferito non concentrarsi sull'ex Governatore. «Abbiamo dovuto cambiare strategia dopo quello che ci è capitato con l'esclusione delle nostre liste a Roma e in provincia – spiega Vincenzo Piso coordinatore regionale del Pdl – Fino ad allora eravamo in vantaggio e non c'era bisogno di inasprire i toni. Poi la situazione è cambiata. E anche noi abbiamo dovuto cambiare la campagna di comunicazione». Una spiegazione che si «incrocia» con quella del sottosegretario Andrea Augello, coordinatore della campagna elettorale della candidata del Pdl. «All'inizio bisogna far conoscere il candidato e si punta tutto su questo. Per noi poi era ancora più importante perché la Bonino è molto conosciuta, Renata Polverini di meno. Solo alla fine ci si concentra sulla denuncia degli errori dell'avversario perché è un messaggio che deve rimanere nella testa dell'elettore. Se tutto questo viene fatto subito poi il messaggio si perde, non è più efficace». Allora avanti con la linea più aggressiva per conquistare gli ultimi voti, gli indecisi, quelli che ancora non sanno che il centrodestra alle elezioni regionali c'è. Perché è proprio l'astensionismo quello che più si teme nel Pdl. Ed è per questo che gli esponenti del Popolo della Libertà sono stati mobilitati in questi giorni in tutto il Lazio in una serie infinita di comizi elettorali.  

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