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Santoro finalmente libero, di insultare

Daniele Luttazzi nello show di Santoro Raiperunanotte

E sugli ascolti i conti non tornano

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Finalmente ce l'ha fatta. Michele Santoro è riuscito, con il suo Raiperunanotte, a insultare per una serata Berlusconi. Senza contradditorio. Dicendo tutto ciò che gli passava per la mente. A lui e a tutti quelli che si sono alternati al Paladozza di Bologna. Daniele Luttazzi, potendo finalmente usufruire della platea di cui «l'editto bulgaro» lo ha privato, ha ben pensato di dissertare, per mezz'ora di «troie», «inculate», «buchi di culo». Evidentemente l'apice della libertà d'informazione è il turpiloquio. Santoro, invece, ha preferito affidarsi al solito copione. Ha finalmente rimesso in onda le docufiction (a fumetti) che viale Mazzini gli aveva «censurato», ma soprattutto è riuscito a mostrare un filmato con un paralellismo tra il presidente del Consiglio e Benito Mussolini. Chissà da quanto tempo voleva farlo. Così, per una sera, l'antiberlusconismo militante ha avuto la trasmissione che sognava. Non poteva essere altrimenti, anche se il conduttore di Annozero aveva annunciato una manifestazione «per» e non «contro». Ma è un po' difficile fare una «serata per» quando, raccolti nello stesso luogo, ci sono i conduttori che viale Mazzini (ovviamente su input del Cavaliere cattivo) ha deciso di oscurare nell'ultimo mese di campagna elettorale. È un po' difficile quando, appena si nomina Berlusconi, partono puntuali i fischi. E questo il premier lo sa molto bene, tanto che da Bruxelles, commentando la multa decisa per Tg1 e Tg5 perchè troppo sbilanciati sul Pdl, tuona contro l'Agcom: «Dovrebbe impegnare le sue forze per sanzionare alcune trasmissioni - Annozero dirà poco dopo - che sono un obbrobrio incivile, barbaro e che sono veramente inaccettabili». Ma loro non si fanno problemi e continuano a dare addosso a Berlusconi. Meglio rilanciare l'inchiesta di Trani che, come dice Marco Travaglio, è «peggio del Watergate». Molto meglio scagliarsi contro gli Innocenzi, i Masi, i Minzolini, campioni di disinformazione e schiavi del premier. Insomma la «riscossa civile» è cominciata. E Santoro ne è il portavoce unico. Capace di organizzare il «più grande evento sul web in Italia». Capace di radunare centinaia di persone sotto la pioggia di Milano e in tantissime piazze italiane (a piazza Navona a Roma erano oltre 300). Il popolo è con lui. Pier Luigi Bersani e Antonio Di Pietro possono rassegnarsi. Basta ascoltare il suo editoriale per rendersene conto. Un appello accorato al Capo dello Stato Giorgio Napolitano perché «noi non siamo al Fascismo ma certe assonanze possono preoccupare». Roba da leader vero. «Vorrei ricordarle signor presidente - prosegue - che per una telefonata Nixon dovette dimettersi: aveva ordinato di spiare i suoi avversari Democratici e una commissione del Senato, quando scoprì che le telefonate erano state registrate, disse di pubblicarle per sapere cosa è successo. Qui si è compiuto un delitto di grande gravità: interferenza politica sulla libertà di espressione. Io non voglio tirarla per la giacchetta, non voglio né che firmi né che non firmi, ma voglio ribadire che se i partiti non si allontano dalla Rai, sarà sempre prigioniera del conflitto d'interesse. Noi abbiamo il diritto, ma anche il dovere di parlare e di farci sentire, noi dobbiamo essere ascoltati». Poi spazio a Nicola Piovani, Giovanni Floris, Gad Lerner, Antonello Venditti, Morgan, Antonio Cornacchione, ai video di Milena Gabanelli, Mario Monicelli e Roberto Benigni. A Marco Travaglio che si chiede come è possibile che Berlusconi parli solo con i «20.000 italiani che ogni anno vengono intercettati» e non con i restanti 59.980.000. Al ricordo di Enzo Biagi (terza «vittima» con Santoro e Luttazzi dell'editto bulgaro), rappresentato dalla figlie Bice, la cui «presenza» ovviamente aleggia nel Palasport bolognese. Si tratti di giornalisti, comici, musicisti non c'è differenza. Ognuno ha un pensiero per Berlusconi, ma è Silvio che non ne ha per loro: «Preferisco non parlare della trasmissione perchè dovrei essere molto severo». Ma questo poco importa, e affidano a Luttazzi l'affondo finale: «Masi, Minzolini e Berlusconi hanno fatto un uso criminoso della televisione pubblica». Santoro e i suoi compagni di viaggio no. Loro, normalmente, utilizzano la televisione per insultare.  

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