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Trombati di lusso

Il Consiglio regionale del Lazio

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Rischiano di perdere il posto alla Pisana ma di certo non diventeranno poveri. I consiglieri regionali uscenti, di destra o di sinistra, che non dovessero essere rieletti potranno contare su vitalizio e indennità di fine mandato. Un bottino che vale più di una lotteria: dai 3 ai 6 mila euro netti al mese, a cui aggiungere la buonuscita dai 50 ai 150 mila euro lordi. Dovranno rinunciare alle tessere per viaggiare o per andare al cinema gratis, all'autista o alla segreteria ma dopo qualche mese ci si abitueranno. Dovranno dire addio anche al «viale dei divani», il lungo corridoio che collega l'assemblea con la buvette, ma di certo non moriranno di fame. Anzi avranno un piccolo capitale con cui ricominciare. Magari sempre a fare politica. In questi giorni a fremere è soprattutto il Pdl. Il pasticcio della mancata presentazione delle liste, con l'eslusione del partito dalle consultazioni di domenica e lunedì, amplifica i rischi di dover rinunciare alla poltrona. Se si considera che tanti di quelli che adesso vivono come funamboli, aggrappati soltanto alla speranza, hanno anche speso centinaia di migliaia di euro per la campagna elettorale, allora diventa immaginabile lo stato d'animo che devono sopportare. A meno che la candidata del centrodestra alla presidenza della Regione, Renata Polverini, vinca e recuperi i trombati in Giunta e nelle società regionali. In quel caso la situazione si capovolgerebbe. Del resto non tutti i mali vengono sempre per nuocere. Ad ogni modo, non è che ci credano in tanti. Non è un caso che nel centrodestra diversi componenti dell'assemblea abbiano già fatto i calcoli di quanto gli spetta una volta fuori dal Consiglio regionale. Il Lazio è piuttosto generoso. L'indennità di fine mandato è pari a 10 mila euro lordi per ogni anno passato alla Pisana. Ne hanno diritto, secondo una norma approvata alcuni anni fa, anche gli assessori che non siano stati eletti. Ovviamente pure il presidente della Giunta e quello del Consiglio per cui è prevista una maggiorazione del 10 per cento. I conti in tasca ai politici laziali sono presto fatti: un consigliere regionale con una legislatura alle spalle porta a casa 50 mila euro lordi (26 mila netti), uno che invece ha passato dieci anni in Consiglio ne conquista 100 mila lordi (circa 55 mila netti). Infine, i quattro o cinque che hanno concluso nel 2010 la loro terza legislatura possono contare su 150 mila euro (80 mila netti). Ma questo è semplicemente il trattamento di fine rapporto (Tfr). La vera cuccagna per i trombati de' noantri è il vitalizio. Meglio di vincere il popolare Win for Life. La Regione Lazio, infatti, assegna agli ex consiglieri che abbiano alle spalle una legislatura 3.200 euro netti al mese a partire da 55 anni. Altro che pensioni di anzianità. Va ancora meglio a quelli che hanno trascorso due mandati al servizio dei cittadini: 5.100 euro netti al mese. I più longevi sbancano: dopo tre legislature avranno 6.200 euro al mese. Sono soldi che vengono detratti dalla busta paga mensile (esattamente 1.594,63 euro per l'assegno vitalizio). Considerato che lo stipendio base di un consigliere regionale è di 8 mila euro al mese, allora quasi quasi conviene non essere più eletti. Ottomila euro sempre che non si abbiano altre cariche. Infatti per i consiglieri che hanno particolari incarichi istituzionali sono previste indennità di funzione specifiche: i presidenti del Consiglio e della Giunta regionale ottengono 2.311,43 euro in più, il vicepresidente della Giunta 1.783,08 euro, gli assessori e vicepresidenti del Consiglio 1.485,89 euro, i presidenti dei Gruppi, delle Commissioni consiliari e i consiglieri segretari 891,50 euro, infine i vicepresidenti di Commissione 594 euro. In ogni caso spesso un posto di consolazione, tanto per ingannare il tempo, si ottiene comunque. Del resto nel Lazio c'è anche il Collegio degli esperti, una sorta di comitato dove dovrebbero sedere, appunto, «esperti» in varie materie. Nel corso degli anni, è diventata una casa per dare un posto a politici abbandonati dagli elettori. Ma c'è di più. Perché discriminare i trombati che hanno meno di 55 anni? La Regione Lazio ha pensato pure a questo e ha creato una norma-jolly per gli ex politici di mezza età. I consiglieri non rieletti che hanno da 50 a 54 anni possono richiedere lo stesso il vitalizio che, tuttavia, sarà decurtato del 5 per cento. Cioé: per una legislatura poco meno di 3 mila euro al mese invece dei 3.200 euro previsti per i cinquantacinquenni, per due mandati poco più di 4.700 euro, per tre legislature circa 5.800 euro netti al mese. Resta fuori chi ha meno di 50 anni. Ma considerata l'età media dei politici nostrani si tratta di un'esigua minoranza che tuttavia dovrà davvero trovarsi un lavoro o tornare alla sua occupazione originaria. Ma soltanto fino a 50 anni. Perché a quel punto anche loro vinceranno la lotteria.

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